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mercoledì 8 febbraio 2023

VANGELI APOCRIFI - VANGELI GNOSTICI - VANGELI CANONICI - PLEROMA - EONE - L'ARCONTE


DEFINIZIONE DEL TERMINE APOCRIFO




Il termine apocrifo è una traslitterazione del greco απόκρυφος(ἀπό= da + κρύπτω= nascondere), indi-cante "ciòche ètenuto nascosto", "ciòche ètenuto lontano (dall'uso)".

In origine il termine "apocrifo" èstato  coniato  dalle  comunitàche  si  servivano  di  tali  testi,  poiché  erano  libri  che  venivano  esclusi  dalla pubblica lettura liturgica, in opposizione a quelli comuni, pubblici e manifesti, in quanto ritenuti portatori di tradizioni misteriose o esoteriche troppo profonde per essere a tutti comunicate.

Oggi, nell'uso corrente, la parola è riferita comunemente alla tradizione giudeo-cristiana, all'interno della quale è stata coniata. In essa il termine 'apocrifo' assume il significato di testo non incluso nell'elenco dei libri sacri della Bibbia, pertanto non usato a livello dottrinale e liturgico.

Visto che le differenti confessioni religiose hanno adot-tato diversi canoni dei libri della Bibbia, la qualifica di apocrifo varia a seconda della confessione di riferi-mento.

In ambito protestantecon 'apocrifi' si indicanoanche i libri presenti nel canone dell'Antico Testamento cristiano,ma non in quello ebraico, che nella tradizione cattolica sono indicati come deuterocanonici.


VANGELI APOCRIFI

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I vangeli apocrifi sono testi religiosi che si riferiscono come contenuto a Gesù. 
 
Il termine "apocrifo" ("da nascondere",“riservato a pochi”) è stato coniato dalle comunità cristiane che se ne servivano, poiché erano libri, sovente con attribuzione pseudoepigrafa di qualche apostolo o discepolo, che venivano esclusi dalla pubblica lettura liturgica, in opposizione a quelli comuni, pubblici e manifesti, in quanto ritenuti portatori di tradizioni misteriose o esoteriche troppo profonde per essere a tutti comunicate. 
 
Con l'espressione "vangeli apocrifi", vengono indicati quei libri che sono stati esclusi dal canone della Bibbia cristiana.
 
I vangeli apocrifi sono solitamente divisi in base alcontenuto, genere e ambiente d'origine.


DEFINIZIONE DEL TERMINE CANONICO

Un canonico è un sacerdote, membro di un capitolo, di una chiesa cattedrale o di una collegiata. 
 
La parola viene del greco kanonikós, da kanón, "regola".
 
Varie congregazioni religiose portano il nome di canonici regolari, come i Canonici Regolari del Santissimo Salvatore Lateranense. 
 
Si tratta di forme vita comune del clero, sviluppatesi all'inizio del II millennio, che per lo più vivono sotto la regola di sant'Agostino, con voti solenni di povertà, obbedienza e castità.
 
I canonici nacquero con lo scopo di dare una regola comune al clero delle cattedrali. 
 
I canonici si distinsero, così, dagli appartenenti alle istituzioni monastiche, come i Benedettini, o agli ordini mendicanti, come i domenicani. I canonici si distinguevanoper l'appartenenza al clero diocesano, e quindi per la diretta di-pendenza dal vescovo. 
 
Non va infatti dimenticato che la parrocchia, quale parte della diocesi affidata alla cura  di  un  singolo  sacerdote,  nacque  solo  alla  fine  del  X  secolo.  
 
Per  anni,  quindi,  la  maggior  parte  dei sacerdoti diocesani continuò a vivere in prossimità della cattedrale vescovile o delle chiese più importanti, mentre le aree rurali potevano ospitare delle pievi.
 
Generalmente i canonici di una cattedrale o collegiata hanno l'obbligo di recitare insieme la liturgia delle ore, o per lo meno alcune delle sue parti più importanti. 
 
I corrispondenti capitoli possiedono spesso beni con i quali provvedono al mantenimento dei loro canonici.
 
Quando i canonici recitano l'Ufficio divino insieme o partecipano ad altre funzioni liturgiche indossano l'abito  corale.  
 
Elemento  proprio  dell'abito  corale  dei  canonici  è  la  mozzetta  nera  o  grigia  con  occhielli, bottoni, bordi e fodera violacei. L'uso della mozzetta paonazza con occhielli, bottoni, bordi e fodera cremisi è consentito solamente ai canonici vescovi a meno di speciali concessioni a specifici capitoli.


VANGELI CANONICI

Dei  numerosi  vangeli  scritti  nell'antichità,  solo  quattro  sono  entrati  a  far  parte  del  canone  della  Bibbia, dell'elenco, cioè, dei libri considerati "ispirati" da Dio e accettati dalle Chiese cristiane moderne: il Vangelo secondo Matteo, il Vangelo secondo Marco, il Vangelo secondo Luca e il Vangelo secondo Giovanni.
 
Il primo a formare un canone del Nuovo Testamento fu il teologo Marcione, attorno al 140, (CLICCA QUI PER IL VANGELO DI MARCIONE).
 
Marcione, che riteneva che il Dio degli ebrei non fosse lo stesso Dio dei cristiani, formò un proprio canone composto dal "Vangelo di Marcione", una rielaborazione del Vangelo secondo Luca dal quale Marcione aveva rimosso tutte  leparti  non  compatibili  con il  proprio  insegnamento  e  che  riteneva  fossero  interpolazioni  successive da alcune lettere di Paolo.
 
Ad  insistere  che  i  vangeli  dovessero  essere  quattro  fu  Ireneo  di  Lione,  un  teologo  del  II  secolo,  il  quale affermò  che  come  vi  erano  quattro  angoli  della  terra  e  quattro  venti,  così  non  potevano  esserci  più  di quattro  o  meno  di  quattro  vangeli; ancora  al  II  secolo  è  fatto risalire  il  Canone  muratoriano,  il  quale elenca  i  quattro  vangeli  poi  inseriti  nel  canone  cristiano.  
 
Per la  precisione  il  Canone  muratoriano  è  un documento  ecclesiale  la  cui  datazione  è  stimata  intorno  al  170  (ci  è  pervenuto  tramite  un  manoscritto incompleto  dell'VIII  secolo),  in cui  vengono  citati  come  canonici  i  vangeli  di  Luca  e Giovanni,  oltre  ad altri due di cui sono illeggibili i nomi.
La  formazione  definitiva  del  canone  cristiano  della  Bibbia  fu  però  un  processo  lungo,  che  avvenne  nel corso del IV secolo: a seguito dei risultati del concilio di Roma (382), del sinodo di Ippona (393) e dei sinodi di Cartagine (397 e 419), papa Innocenzo I riconobbe i quattro vangeli nominati dal Muratoriano come canonici.


DEFINIZIONE DEL TERMINE GNOSTICISMO

Lo gnosticismo è un movimento filosofico-religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe nel II e III secolo dell'era cristiana. 
 
Il termine  gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis (γνῶσις), «conoscenza».
 
Una definizione piuttosto parziale del movimento basata sull'etimologia della parola può essere: "dottrina della salvezza tramite la conoscenza". 
 
Mentre il giudaismo sostiene che l'anima raggiunge la sal-vezza attraverso l'osservanza delle 613 mitzvòt e il Cristianesimo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza per Grazia mediante la fede (Efesini 2,8)[1]; per lo gnosticismo invece la salvezza dell'anima dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata (gnosi) dell'uomo, del mondo e dell'universo, frutto del vissuto personale e di un percorso di ricerca della Verità. 
 
Gli gnostici erano "persone che sapevano", e la loro conoscenza li costituiva in una classe di esseri superiori, il cui status presente e futuro era sostanzial-mente diverso da quello di coloro che, per qualsiasi ragione, non sapevano.
 
Una definizione più completa di gnosticismo potrebbe essere: "nome collettivo indicante un gran numero di sette panteistico -idealistiche fortemente diverse tra loro che sorsero da poco prima dell'Era cristiana al V secolo e che, prendendo in prestito la fraseologia ed alcuni dei dogmi delle principali religioni contem-poranee, specialmente del Cristianesimo, sostenevano chela materia fosse un deterioramento dello spirito e l'intero universo una depravazione della Divinità, ed insegnavano che il fine ultimo di ogni essere era il superamento della bassezza della materia ed il ritorno allo spirito Genitore; tale ritorno, sostenevano, era stato facilitato dall'apparizione di alcuni Salvatori inviati da Dio.
 
Per quanto insoddisfacente possa sembrare questa definizione, l'oscurità, la molteplicità, e la confusione dei sistemi gnostici permette difficilmente di formularne un'altra.
Tratto comune per molte correnti gnostiche è la distinzione che essi operavano tra il vero Dio inconoscibile (Primo  Eone)  e  il  malvagio  dio  minore  ebraico  Yahweh  (anche  noto  come  Yaldabaoth,  Samael  e  De-miurgo), di cui gli gnostici disprezzavano pertanto le leggi e l'universo materiale da lui creato per imprigionare le anime degli uomini.

VANGELI GNOSTICI


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I vangeli gnostici sono un insieme di opere, che ha origine nel colto ambiente intellettuale di Alessandria d'Egitto,  circa  nel  II  secolo,  nell'ambito  di  quella  corrente  mistico-filosofica  nota  come  gnosticismo,  in particolare  dello  gnosticismo  cristiano.  
 
Dal  punto  di  vista  confessionale,  nessuno  dei  vangeli  gnostici  è incluso nel canone della Bibbia di alcuna confessione cristiana, e dunque sono considerati vangeli apocrifi.
 
La conoscenza dello gnosticismo e dei suoi testi è rimasta per lunghi secoli legata alle citazioni e ai commenti, molto spesso ostili, di cui si trova traccia principalmente nelle opere della patristica cristiana. 
 
La assoluta mancanza di documenti, che non fossero frammenti riportati in altre opere, spesso anche alterati, ha reso in genere difficile la collocazione e la comprensione dello gnosticismo. 
 
Tuttavia la scoperta, avve-nuta nel 1945 presso il villaggio di Nag Hammâdi, nell'AltoEgitto, di una biblioteca di testi gnostici, scritti su papiro in lingua copta, ha dato un nuovo impulso agli studi relativi allo gnosticismo. 
 
In realtà, compli-cate  questioni  riguardo  ai  diritti  di  possesso  e  di  acquisto  dei  testi  rinvenuti,  hanno,  di  fatto,  ritardato l'inizio regolare degli studi fino al 1956 (salvo per un piccolo gruppo di manoscritti, acquistati subito dalla Fondazione  Jung  di  Zurigo).  
 
Seguì  poi  un'altra  interruzione,  risolta  nel  1962  da  una  serie  di  accordi  tra UNESCO e governo della Repubblica Araba Unita, e di nuovo nel 1967, a causa dei conflitti arabo-israeliani.  
 
Attualmente  i  tredici  rotoli  in  papiro,  che  contengono  complessivamente  53  scritti  gnostici,  sono catalogati, e in parte trascritti e studiati.


DEFINIZIONE DEL TERMINE PLEROMA


Il  termine  Pleroma (greco πληρωμα)  generalmente  si  riferisce  alla  totalità dei  poteri  di  Dio.  
 
Il  termine significa pienezza, e viene usato sia in contesti gnostici che in contesti cristiani (Colossesi 2,9).
 
Lo gnosticismo sostiene che il mondo è controllato dagli arconti, fra i quali alcune correnti gnostiche pon-gono il Dio dell'Antico Testamento, che tiene l'uomo prigioniero di proposito o accidentalmente. 
 
Il Pleroma paradisiaco è la totalità di tutto ciò che consideriamo "divino", emanato da Dio, l'Eterno Principio Divino. 
 
Il Pleroma è spesso indicato come la Luce che esiste "al di sopra" (non in senso spaziale) del nostro mondo, occupata da esseri divini che sono autoemanati dal Pleroma stesso, gli Eoni. 
 
Questi esseri vengono a volte descritti come eoni, a volte come arconti. Gesù viene considerato come un eone intermedio che fu inviato, insieme alla sua controparte Sophia, dal Pleroma per aiutare l'umanità a recuperare la conoscenza perduta delle sue origini divine e riportarla all'unità col Pleroma. 
 
Il Pleroma è, così, un elemento centrale della cosmologia religiosa gnostica. Ad ogni Eone viene dato un nome (a volte molti) ed una controparte femminile (gli gnostici vedevano la Divinità e la Completezza in termini di unione maschio/femmina). 
 
Il Mito Gnostico prosegue dicendocome la controparte femminile dell'eone Saggezza, Sophia si separò dal Pleroma per generare il Demiurgo, partorendo così il mondo materiale.
 
Il termine Pleroma viene usato anche nella lingua greca e dalla Chiesa greca Ortodossa poiché la parola compare nel libro dei Colossesi. Coloro che sostengono che San Paolo era uno gnostico, come Elaine Pagels dell'Università  di  Princeton,  vedono  il  riferimento  in  Colossesi  come  qualcosa  da  interpretare  in  senso gnostico.


DEFINIZIONE DEL TERMINE EONE TEOLOGIA

Gli  eoni,  in  molti  sistemi  gnostici,  rappresentano  le  varie  emanazioni  del  Dio  primo,  noto  anche  come l'Uno, la Monade, Aion Teleos (l'Eone Perfetto), Bythos (greco per Profondità), Proarkhe (greco per Prima dell'Inizio), Arkhe (greco per Inizio). 
 
Questo primo essere è anch'esso un eone e contiene in se un altro essere  noto  come  Ennoia  (greco  per  Pensiero),  o  Charis  (greco  per  Grazia),  o  Sige  (greco  per  Silenzio). L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio Caen (greco per Potere) e la femmina Akhana (Verità, Amore).
 
Gli  Eoni,  ad  uno  sguardo  superficiale  potrebbero  essere  equiparati  agli  angeli  ebraico-cristiani,  ma  in quanto  emanazioni  (e  non  "creazioni")  del  Dio  primo,  l'Uno,  il  Principio,  l'Origine,  e  quindi  in  quanto esseri divini a tutti gli effetti e non semplicemente spirituali (quali sono gli angeli ebraico-cristiani) sono in realtà equiparabili più correttamente agli Dèi Ipercosmici (cioè "al di là del Cosmo", quindi Dèi risiedenti nell'Iperuranio,  l'insieme  dei  Mondi  superiori,  il  "Paradiso")  o  Iperuranici  del  Neoplatonismo.  
 
Lo  stesso nome Aion o Aeon era il nome di un'antica divinità microasiatica del Tempo e dell'Eternità, fu usato anche come nome della divinità leontocefala del Mithraismo che aveva lo stesso significato. 
 
Platone, (LEGGI QUI IL MIO ARTICOLO IN PROPOSITO),  usa il termine Aion per denotare l'Eternità del Mondo delle Idee, nel suo Mito della caverna.
 
Gli eoni erano spesso rappresentati in coppie maschio/femmina dette sizigie, il cui numero frequentemente raggiungeva le 20-30. 
 
Due degli eoni più comunemente citati erano Gesù e Sophia. 
 
Gli eoni, nel loro insieme, costituivano il pleroma, la "regione della luce." 
 
Le regioni più basse del pleroma erano anche quelle più vicine all'oscurità, ovvero al mondo fisico.
 
Quando un eone chiamato Sophia emanò senza il suo eone partner, il risultato fu il Demiurgo, o mezzo-creatore (nei testi gnostici a volte chiamato Yalda Baoth), una creatura che non sarebbe mai dovuta esi-stere. 
 
Questa creatura non apparteneva al pleroma, e l'Uno emanò due eoni, Cristo e lo Spirito Santo, per salvarel'umanità  dal  Demiurgo.  
 
Cristo  prese  poi  la  forma  della  creatura  umana  Gesù  in  modo  da  poter insegnare all'umanità la via per raggiungere la gnosi: il ritorno al pleroma.
 
Anche  il  Vangelo  di  Giuda, (CLICCA QUI PER LEGGERE IL VANGELO DI GIUDA), recentemente  scoperto,  tradotto  e  poi  acquistato  dalla  National  Geographic Society  menziona  gli  eoni  e  parla  degli  insegnamenti  di  Gesù  al  loro  riguardo


DEFINIZIONE DEL TERMINE L'ARCONTE

In  qualche  vangelo  gnostico  troveremo la  parola:  Governanti/Governante  o  Sovrani/Sovrano, in  realtà possono anche essere tradotti come Arconti/Arconte in quanto indicano questo Essere.
 
Gli Arconti (dal greco arkhonontos), sono quelle figure che nella teogonia e cosmogonia gnostica svolgono il ruolo di giudici e controllori del mondo materiale.
 
Nella  visione  gnostica  il  mondo  materiale  è  diviso  sia  ontologicamente  che  fenomenologicamente  dalla sfera divina (Pleroma), un luogo atemporale ed adimensionale preesistente ad ogni cosa. 
 
Questa divisione si originò da un "peccato iniziale", attraverso il quale una emanazione divina si frappose tra il mondo materiale da essa generato, dove l'uomo si trova imprigionato, ed un Dio superiore ed occulto. 
 
Nello gnosticismo di origine iranica, dove il dualismo raggiunge l'apice, si assiste allo scontro eterno e titanico tra due divinità, mentre in quello ellenizzante e giudaizzante, opposta al Dio occulto si erge la figura di un "dio minore", il Demiurgo, che viene coadiuvato da una serie di emanazioni generate da lui stesso, gli Arconti. 
 
Il mondo  materiale,  quindi,  non  è  altro  che  un  incidente  di  percorso,  una  creazione  degli  Arconti,  che, ricordandosi della perfezione del Pleroma, cercano di riprodurla attraverso l'imposizione di regole e l'applicazione di leggi che, per quanto in difetto, tendono a riprodurne la realtà: l'universo è il ricordo di ciò che un tempo essi conobbero.




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