Uno dei primi a parlare e studiare il mondo delle fate, fu il poeta William Butler Yeats, che nel 1897 andò a vivere nella cittadina irlandese di Galway, presso l'amica scrittrice Lady Augusta Gregory.
William Butler Yeats il primo che si interessò al mondo delle fate
Già autore di raccolte di miti e fiabe irlandesi, Yeats credeva fermamente nell'esistenza di creature fantastiche che popolavano i boschi, tanto che per lui era un aspetto del mondo reale e concreto ed assieme alla Gregory, iniziarono a raccogliere testimonianze tra i contadini del luogo.
Lady Augusta Gregory
Le loro osservazioni e studi furono raccolte in un libro, in cui descrivono il mondo delle fate come una razza umana o tribù, fatta da esseri splendenti, protettori dei boschi e delle acque.
Lo stesso Yeats raccontò il suo primo incontro con una fata:
"Dapprima vidi un lampo di luce, poi mi resi conto che esso proveniva dal cuore di una piccola figurina il cui corpo pareva fatto di aria mezza trasparente o opalescente; attraverso quel corpicino si irradiava come un fuoco elettrico, che aveva il fulcro all'altezza del piccolo cuore. Tutto attorno alla testa e ai lunghi capelli ondeggianti e voluminosi, simili a sottili fili dorati, potevo scorgere un contorno aureo come lievi ali. Dall'essere sembrava sprigionarsi per ogni dove un fiotto di luce. Dopo la visione, l'effetto che mi prese e mi rimase a lungo fu un profondo senso di leggerezza e gioia, che non esisterei a definire estasi".
FATE DI COTTINGLEY
Il caso più famoso, (di cui ho giò parlato qui), fu quello del 1920, quando lo scrittore Arthur Conan Doyle pubblicò un suo articolo sulla rivista Strand, in cui era ritratta una ragazza seduta sull'erba, vestita di bianco, protendere la mano su cui si era posata una piccola fata o gnomo, (vedi foto sotto).
Articolo della rivista Strand sulle fate di Cottingley di Arthur Conan Doyle
Nello stesso articolo, un'altra foto ritraeva un'altra ragazza che, rivolta verso l'obiettivo, giocava con un gruppo di 4 fatine che volavano dinanzi a lei con ali sottilissime, (vedi foto sotto).
Foto della rivista Strand in cui è ritratta Elsie Wright assieme a 4 fatine
La didascalia dell'immagine recitava: "Questa immagine e quella ancor più straordinaria con le fatine della pagina 465, sono due fra le più incredibili fotografie che mai siano state pubblicate a riprova della concreta esistenza del piccolo popolo".
Questo, ad oggi, è il caso più famoso e discusso sul tema del mondo fatato, soprattutto per l'interesse dimostrato dallo stesso Doyle, che ai tempi era già famoso e stimato.
Arthur Conan Doyle
Le protagoniste della storia più famosa sul tema delle fate, furono Elsie Wright e Frances Griffiths, che abitavano il villaggio di Cottingley nello Yorkshire.
Elsie Wright e Frances Griffiths
LA STORIA DI FRANCES GRIFFITHS ED ELSIE WRIGHT DI COTTINGLEY
Nell'aprile del 1917 erano arrivati dal Sudafrica, la Griffiths assieme alla madre Annie, mentre il padre era impegnato in guerra sul fronte francese.
Già dai primi tempi, la ragazza aveva avvertito la presenza di un piccolo popolo, vicino il ruscello che lambiva il suo giardino, come quel giorno in cui di ritorno da scuola, era scesa al ruscello e qui aveva avuto la sua prima esperienza.
Sul ramo di un albero che si piegava sopra l'acqua, una foglia incominciava a oscillare e a muoversi.
Quel giorno però, tutto d'un tratto, da sotto la foglia era sbucato un piccolo essere tutto vestito di verde e Frances lo aveva osservato a lungo pietrificata, senza muoversi per il timore di spaventarlo e farlo scappare.
Quando l' omino si era accorto di lei infatti era sparito e lei vide il suo primo gnomo e successivamente iniziò a scorgere i primi elfi, fate e gnomi.
Primo piano di alcune fate a Cottingley
La stessa Frances raccontò, in seguito, il suo primo incontro al ruscello con le fatine:
"Una mattina, dopo la scuola, mi recai come al solito nel mio posto preferito, vicino al ruscello, nel punto in cui un salice si protendeva verso l'acqua ... ad un tratto mi accorsi che una foglia di salice, all'improvviso, si era stranamente messa a vibrare da sola. Una sola foglia. Già l'avevo notata prima ma senza farci caso. Non c'era un filo di vento ed era veramente strano che solo quella piccola foglia, unica, vibrasse in quel modo. Osservando meglio ebbi così modo di scorgere un piccolo omino, tutto vestito di verde, che sembrava cavalcare lo stelo della foglia, trattenendolo con le mani. Pareva lo scuotesse verso qualcosa che stava osservando. Non mi mossi, per evitare di spaventarlo; ma non appena fu lui a vedermi, in un attimo era scomparso".
Inizialmente la ragazza non raccontò a nessuno della vicenda e trascorse tutta l'estate al ruscello, tanto che un giorno cadde nell'acqua e tornata a casa tutta bagnata, fu sgridata dalla madre affinchè non andasse più in quel posto, ma il richiamo delle fate era diventato qualcosa di così irresistibile da non poterla accontentare nella richiesta.
Ma un giorno la Griffiths cadde nuovamente nel ruscello e sgridata nuovamente, confessò alla madre e alla zia Polly il suo segreto:
"Ebbene sì, vado laggiù perché vedo le fate! Ecco perché ci vado: per vedere le fatine! ".
Una delle più famose foto di Elsie Wright con una fata
Vista l'incredulità delle due donne, intervenne a sostegno della Frances, la cugina di 17 anni Elsie Wright, la quale non solo la difese ma sostenne di vedere anche lei le fatine del ruscello.
Elsie, all'arrivo di Frances dal Sudafrica, le aveva confessato di vedere dei fantasmi, (leggi qui il mio articolo sui fantasmi), e che da quando aveva 4 anni, veniva visitata da uno spirito di una donna, che indossava un lungo abito abbottonato fino al collo, mentre all'età di 6 anni, Elsie, una notte era scesa in cucina per bere, quando aveva trovato un uomo ed una donna sconosciuti in casa sua ed aveva chiesto a loro dove fossero i suoi genitori.
Questi gli risposero che erano dai vicini e l'uomo misterioso gli aprì la porta d'ingresso e la ragazza uscì per andare dai vicini, dove realmente erano i suoi genitori che, vedendola da sola fuori casa a quell'ora della notte, si preoccuparono, soprattutto dopo aver saputo che si erano introdotte delle persone in casa, ma non trovarono nessuno.
Era l'estate del 1917, quando le due ragazze chiesero in prestito al padre di Elsie, Arthur Wright, la macchina fotografica a lastre per recarsi al ruscello e scattare una foto a Frances per tirarle su il morale, dopo i continui rimproveri della madre, per poi ritornare a casa ed attendere lo sviluppo delle lastre fotografiche da parte del padre.
Elsie Wright e Frances Griffiths al ruscello delle fate
Quando quest'ultimo iniziò a lavorarci sopra, lo sviluppo evidenziò palesemente quattro fatine saltellanti, con ali che spuntavano dalle spalle e le madri delle giovani, che si stavano avvicinando allo studio della Teosofia di Madame Blavatsky, (leggi il mio articolo in proposito), iniziarono a credere alle loro figlie.
Nel '1918, Frances aveva spedito una copia della prima fotografia delle fatine a un amico del Sudafrica, annotando nel retro: «Elsie e io siamo diventate amiche del piccolo popolo. È una cosa bellissima, in Africa non mi è mai capitato niente di simile. Credo che faccia troppo caldo per loro».
Madame Blavatsky fondatrice della Società Teosofica
La Teosofia, (leggi il mio articolo in proposito), sosteneva l'esistenza di esseri invisibili, come gli spiriti della natura, che popolavano la nostra realtà, quindi sul piano teorico le due donne non potevano dissentire la verità delle due ragazze, mentre il padre, Arthur Wright era così scettico che disse alle ragazze: "Ci state imbrogliando", mentre le ragazze si difendevano dicendo: " Non è vero!".
Wright, sapendo che la figlia Elsie era una brava artista, si era convinto che la stessa avesse ritagliato delle figurine a forma di fatine per poterle poi fotografare assieme a lei.
Non avendo trovato prove a sostegno di questa sua teoria, dopo una ricognizione nella stanza della ragazza, aveva lasciato cadere la cosa, senza darci più peso, finchè ad agosto le ragazze avevano richiesto nuovamente la macchina fotografica, che successivamente scattò un'altra foto che ritraeva Elsie seduta sul parto, intenta ad osservare uno gnomo che danzava davanti a lei.
Dopo questo ennesimo episodio, Wright si rifiutò di prestare nuovamente la sua apparecchiatura, in quanto si sentiva preso in giro dalla due ragazze, poichè era scettico.
ARTHUR CONAN DOYLE ED EDWARD LEWIS GARDNER
Non si parlò più del caso fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando il movimento teosofico stava iniziando a raccogliere adepti in tutto il mondo e si riuniva presso la Unity Hall di Bradford, dove la madre di Elsie, Polly Wright, dopo aver assistito ad un convegno sulle fate, si avvicinò ad un oratore raccontando la storia delle ragazze e delle fotografie, facendo visionare il materiale che poi iniziò a girare all'interno dei circoli teosofici.
Polly Wright, zia di Elsie e madre di Frances, posa con la figlia e Geoffrey Hodson
Edward Lewis Gardner, responsabile della Loggia Teosofica di Londra, mandò una lettera a Polly chiedendo l'invio delle foto e lastre originali, che ottenne dopo breve tempo, da i cui negativi sviluppò varie copie.
Edward Lewis Gardner che si interessò alla vicenda delle Fate di Cottingley
Gardner scrisse a Conan Doyle a proposito delle foto: "Ho ricevuto il plico contenente i negativi delle immagini, unitamente a due lastre arrivate imballate via posta dopo due giorni. Una era limpida e nitida, l'altra decisamente sovraesposta. La prima idea che mi sono fatto è che da ciascun negativo è stato tratto un positivo, che gli originali sono rimasti intoccati, e che sono stati tirati nuovi negativi più marcai da utilizzare per altre stampe ancora".
Poi sottopose il materiale all'esperto fotografo Harold Snelling, il quale dopo averle analizzate disse a Gardner:
"Questa lastra è stata impressa una sola volta. Le fatine che danzano non sono ritagliate nella carta né in altro materiale, né sono dipinte e neppure fotografate a parte e poi sovrapposte allo sfondo di base. In aggiunta, quel che maggiormente mi sconcerta è che mentre si stava scattando la fotografia le figurine si stavano senz'altro muovendo".
Fate di Cottingley
Da quel momento Gardner divulgò le foto in tutti gli incontri teosofici a cui partecipava, quando nel 1920 incontrò di persona Arthur Conan Doyle, l'inventore del celebre detective Sherlock Holmes, che stava iniziando ad interessarsi allo spiritismo, (leggi il mio articolo sulle Sorelle Fox) e che era da poco stato contattato dalla rivista Stand, per la redazione di un articolo sul mondo delle fate.
Doyle, visionate le immagini rimase incredulo all'inizio, ma poi incalzato da Gardner, si convinse della genuinità delle foto, tanto che quest'ultimo si recò personalmente a Cottingley, nel luglio del 1920, per ottenere altre foto e parlare con i protagonisti della storia.
Una delle famose foto di Cottingley
Gardner incontrò il padre di Elsie, il quale non era propenso ad affrontare l'argomento in quanto scettico, mentre la moglie lo aveva accompagnato al ruscello, dove erano state scattate le foto, rendendosi conto che il paesaggio era come quello impresso nelle lastre.
Successivamente, dopo aver riferito a Doyle della visita e della veridicità dei fatti, tornò nuovamente a Cottingley, munito di lastre e macchina fotografica, per documentare il tutto di persona.
Qui incontrò Frances, allora 14enne, che lo accompagnò sul luogo, ma vista la nebbia ed il cattivo tempo, dovette desistere nel suo intento, lasciando la macchina fotografica alla ragazza e tornando a Londra.
Intanto, le ragazze tornarono sul posto con la macchina di Gardner ed iniziarono a scattare varie foto, che poi Wright sviluppò, rimanendo incredulo ed esterrefatto per quanto visto.
La prima foto ritraeva una fata alata, appoggiata ad un ramoscello, nell'atto di porgere ad Elsie un fiore di una campanella, mentre nell'altra era ritratta Frances che, con il viso voltato di profilo, era intenta ad osservare un'altra fatina che le svolazzava intorno.
FOTO DEL BAGNO DI SOLE FATATO DI COTTINGLEY
L'ultima foto fu scattata il 21 agosto del 1920 da Frances, che la definì "Bagno di Sole Fatato", poichè si vedevano le due fatine adagiare un una specie di telo su un ciuffo d'erba, cosa che secondo la ragazza erano sovente fare per creare un riparo o un rifugio protetto.
Foto del Bagno di Sole Fatato scattata il 21 agosto del 1920
L'OPINIONE PUBBLICA SI DIVIDE SUL CASO DELLE FATE DI COTTINGLEY
Come già detto, durante l'incontro tra Doyle e Gardner, il primo era partito per l'Australia, non prima di aver pubblicato sulla rivista Strand le foto delle fate di Cottingley, tanto che l'articolo vendette tutte le copie del giornale in un paio di giorni, sollevando l'opinione pubblica che si divise tra scettici e studiosi.
Ancora in Australia, Doyle scrisse a Gardner:
"Confesso che il mio cuore è sobbalzato, quando trovandomi in Australia ho ricevuto la sua nota e veduto le nuove fotografie, che altro non fanno che confermare i risultati già da noi pubblicati. Sono certo che nel momento in cui le nostre fatine verranno accettate, molti altri fenomeni psichici troveranno una nuova e pronta accoglienza. Era da tempo che nel corso delle nostre sedute spiritiche ci veniva preannunciata l'imminente manifestazione di un segno palese".
Tra i primi scettici si distinse il medico radiografo, John Francis Hall-Edwards, il quale disse:
"Critico l'atteggiamento di tutti coloro che dichiarano esserci qualcosa di sovrannaturale nelle circostanze che hanno condotto alle fotografie delle fate, perché, in qualità di medico, ritengo che inculcare idee tanto assurde nella mente ancora ingenua dei giovani sia pericoloso, potendo si in futuro manifestare in modo negativo in disordini nervosi e disturbi mentali".
L'opinione pubblica invece era orientata a credere alle ragazze, che sul giornale The South Wales Argus, uscì il seguente articolo:
"Il giorno in cui con le nostre fredde statistiche ci sbarazzeremo anche di Babbo Natale, ebbene non avremo fatto altro che far sprofondare un mondo glorioso nel buio più terribile e profondo", mentre un altro giornale, il City News, rispose:
"A questo punto sembra non ci siano alternative: o credere nel quasi incredibile mistero del mondo fatato oppure nell' altrettanto incredibile enigma di una serie di fotografie contraffatte".
Nel marzo del 1921, la rivista Strand pubblicò il secondo articolo di Doyle, stavolta corredato da nuove foto e nuovi particolari sulla vicenda, che portò gli scettici a notare che, l'abbigliamento e la capigliatura delle fate erano troppo alla moda per essere vere e che rispecchiavano troppo fedelmente l'immagine tradizionale presentata nei libri di folklore, mentre quelli che difendevano l'autenticità delle foto sostenevano che le fatine erano una proiezione ectoplasmatica che si basava sul pensiero delle ragazze che, visto che seguivano la moda del tempo, anche le fate erano rappresentate allo stesso modo.
GEOFFREY HODSON E LE FATE DI COTTINGLEY
Geoffrey Hodson
Geoffrey Hodson era un sensitivo che sosteneva anche lui di vedere le fate e, nell'agosto del 1921, assieme alla moglie ed Edward Gardner, si recò a Cottingley per raccogliere testimonianze e verificare di persona i fatti.
Dopo una settimana Gardner partì, mentre i coniugi rimasero ancora un pò, senza però ottenere foto dell'evento, nonostante le ragazze raccontassero i quotidiani incontri con le fate.
Copia del giornale Strand Magazine a firma di Arthur Conan Doyle sull'epilogo delle Fate di Cottingley
Ma Hodson rivela di averne viste ovunque di fate, nonostante non abbia mai fatto una foto a riprova di ciò che diceva di aver visto e in seguito i due coniugi lasciarono il borgo di Cottingley, per non farci più ritorno e le due ragazze, Elsie e Frances, vennero dimenticate per circa 40 anni dall'opinione pubblica.
SVELATO IL MISTERO DELLE FATE DI COTTINGLEY
Elsie Wright nell'intervista del 1965
PETER CHAMBERS INTERVISTA ELSIE WRIGHT NEL 1966
Nel 1966, il cronista del Daily Express, Peter Chambers, rintracciò la 65enne Elsie Wright nelle Midlands, per scoprire se la storia raccontata, fosse o meno vera, visto che il giornalista era una persona scettica.
"A proposito delle fotografie, potremmo dire che si trattava di un frutto della nostra immaginazione, di Frances e mia, e non andrei oltre nella considerazione", disse la Wright al giornalista, lasciando intendere o che la storia fosse reale, ammettendo la teoria ectoplasmatica, o che la storia delle due fosse stata inventata di sana pianta.
Durante l'intervista rievocò le giornate trascorse con Geoffrey Hodson e di quando, per metterlo alla prova riguardo il suo scetticismo, le due ragazze gli dissero di vedere delle piccole fate intorno a loro.
Hodson iniziò a vederle anche lui, cosa che dichiarò in seguito, come già descritto precedentemente in questo articolo, facendo capire alle ragazze che l'uomo stava mentendo e che non era una persona affidabile.
LA BBC INTERVISTA ELSIE WRIGHT NEL 1971
Cinque anni dopo Elsie fu interrogata, portata sul luogo degli eventi e poi intervistata in TV, durante un programma della BBC nel 1971.
Le venne chiesto se il padre l'avesse aiutata a scattare le famose foto ed Elsie rispose:
"Sono pronta a giurare sulla Bibbia che mio padre non c'entra nulla in tutto questo", ma quando le venne domandato di giurare veramente sulla Bibbia, lei rispose:
"Se qualcuno non mi crede, preferisco lasciarlo libero di pensare ciò che vuole, ma mio padre non c'entra in nulla e per nulla, non posso comunque giurare", dando ancora una volta adito a pensare che dietro a tutto si nascondesse qualche inganno.
Intanto Gardner era morto l'anno prima e lei si sbilanciò affermando: "Non ho mai raccontato la verità, per non fare arrabbiare Mr. Gardner", senza aggiungere altro.
YORKSHIRE TELEVISION INTERVISTA ELSIE WRIGHT E FRANCES GRIFFITHS NEL 1976
Il giornalista Austin Mitchell
Nel 1976 il giornalista Austin Mitchell, intervistò Elsie e Frances sulla vicenda di Cottingley.
"Le fotografie sono genuine, non sono falsificate. Ci chiedete come avremmo fatto a perpetrare l'inganno. La verità è che tutto è vero; dimenticate che al tempo dei fatti Elsie aveva sedici anni e io solamente dieci. Come avremmo potuto? E poi, come può una bimba di dieci anni tenere un segreto così grande per tutta la vita?", disse Frances al giornalista.
La stessa aggiunse che: ""Le persone razionali non vedono le fate e, se nelle foto ci sono, è piuttosto corretto affermare che si tratta di uno scherzo", ma Mitchell sostenne che le foto erano state realizzate con delle sagome di cartone ed, a riprova di ciò, riprodusse delle foto simili utilizzando delle sagome.
L'intervista non smentì ne confermò la storia, ma Mitchell arrivò a sostenere che, probabilmente, il caso delle fatine di Cottingley, era iniziato come un semplice gioco, per diventare qualcosa di più grande, che era sfuggito di mano alle due protagoniste.
FRED GETTINS TROVA LE IMMAGINI DELLE FATE DI COTTINGLEY IN UN LIBRO
Fred Gettings trova le immagini ritagliate da Elsie e Frances in un libro
Nel 1977, il ricercatore Fred Gettings, mentre stava facendo delle ricerche sul mondo delle fate, si imbattè in un libro dal titolo "Princess Mary's Gift Book", edito durante la Prima Guerra Mondiale.
Prima edizione del libro Princess Mary's Gift Book
Si accorse che all'interno era contenuto un poemetto intitolato "L'incanto di una fata" di Alfred Noyes, illustrato da Claude Shepperson.
Un'immagine del libro Princess Mary's Gift Book utlizzata da Elsie e Frances come ritaglio per le fate nelle foto
Due delle fatine delle immagini erano identiche a quelle comparse nella prima fotografia scattata a Cottingley, quella in cui si vede il volto di Frances che sembra sovrastare le cinque fatine danzanti e l'unica variante stava nella posizione che risultava come ribaltata.
Nel 1978 il mago e prestigiatore, James Randi e lo CSICOP, (Comitato per la ricerca scientifica sulle affermazioni paranormali), analizzarono le fotografie e, con ingrandimenti ed altri strumenti disponibili all'epoca, riuscirono a scoprire che le fatine erano "appese con fili invisibili che le sorreggevano".
L'ULTIMA INTERVISTA A ELSIE WRIGHT E FRANCES GRIFFITHS: LE DONNE AMMETTONO CHE ERA TUTTO FALSO
Il giornalista Joe Cooper che smascherò Elsie e Frances sul caso delle Fate di Cottingley
Nel 1983 le due amiche furono intervistate per l'ultima volta dal giornalista, Joe Cooper, per la rivista The Unexplained, quando avevano 80 anni.
Alle luce delle precedenti scoperte del 1977 e 1978, l'intervista si aprì con Cooper che riferì alle donne dell'esistenza dei fili invisibili e che le fate erano state ritagliate da un libro.
Dapprima le due sorrisero senza dare una spiegazione, ma incalzate dal giornalista iniziarono le prime ammissioni.
Tenuto conto, come già descritto ad inizio di questo articolo, che le due donne si influenzavano a vicenda, soprattutto quando Frances puntualmente cadeva nel ruscello e veniva rimproverata dalla madre, Elsie la sosteneva dicendo che andavano li perchè vi erano le fate.
Le prime ammissioni di Frances al giornalista Cooper furono queste: "Da dove mi trovavo io riuscivo a distinguere nettamente gli spilli che tenevano in piedi le figurine. Mi sono sempre meravigliata che nessuno lo abbia mai considerato con attenzione" e alla domanda dell'intervistatore: "Ma perchè me lo state raccontando?", la donna rispose: "Perchè Elsie l'ha confidato a suo fratello Glenn", e alla domanda: "E che mi dite delle altre 4 immagini? Anche queste sono falsificate?", la donna disse: ""Tre di esse sì, ma la quarta è autentica".
Frances ammise di che, all'epoca dei fatti, aveva in casa una copia del libro "Princess Mary's Gift Book", da cui Elsie ritagliò le illustrazioni del libro in sagome, fissandole poi a terra con degli spilli per capelli e scattando le prime fotografie, per poi buttare successivamente le immagini nel fiume.
Il mese successivo, anche Elsie voleva farsi ritrarre allo stesso modo da Frances ed allora ritagliò dal libro uno gnomo e lo posizionò a terra.
Ma la foto uscì così mossa, che il braccio dello gnomo era distorto, cosa che successivamente ingannò i fautori dell'autenticità, spiegando la cosa come un allungamento psichico.
Alla domanda del perchè di questa messinscena, le donne risposero che, era stato soltanto dopo il bagno imprevisto, dovuto alla caduta nel ruscello, che Frances aveva confessato alla mamma della sua capacità di vedere le fatine ed era stato lo scetticismo ironico degli adulti che l'aveva indotta a ricorrere alla macchina fotografica per offrire una qualche prova della genuinità della sua testimonianza. Non c'era, dunque, il desiderio di ingannare.
Quindi si erano inventate le figurine ritagliate, sostenute dai fili invisibili, finchè l'opinione pubblica venne a conoscenza della storia e le due avevano preferito tacere e dare adito all'autenticità delle fotografie per scuotere l'arrogante diffidenza dei grandi.
Ammettendo che le prime quattro foto erano false, Frances disse: "Il mio cuore sprofonda sempre quando la guardo. Quando penso a come è andata in giro per il mondo, non vedo come la gente possa credere di essere delle vere fate. Ho potuto vedere il retro di loro e gli spilli quando è stata scattata la foto."
Analizzando poi le foto, si notò che nella seconda erano evidenti delle capocchie di spilli conficcate nel torace dello gnomo ritagliato, mentre nella terza foto, le donne ammisero di aver appeso una fata volante ad un ramo, dopo che Elsie l'aveva disegnata, ed allo stesso modo avevano fatto per la fatina che offriva i fiori a Elsie.
Per la quinta foto, Frances sosteneva fosse autentica in quanto non avevano preparato sagome quel giorno, mentre Elsie sosteneva il contrario.
CONCLUSIONI FINALI SULLA VERITA' DELLE FATE DI COTTINGLEY
Possiamo concludere che, nonostante Frances fosse continuamente attratta dal ruscello, poichè diceva di vedere e percepire molte creature fantastiche, puntualmente ci cadeva dentro tanto da prendere continui rimproveri dalla madre.
Ed allora Elsie si era dispiaciuta delle lacrime dell'amica, e l'aveva sostenuta e giustificata nel dire che si recava sempre al ruscello perchè vi erano le fate ed era attratta da esse, ma anche perchè gli adulti non credevano ai loro racconti, mentre credevano nella figura di Babbo Natale, decidendo di ritagliare le sagome dal libro per portare prove convicenti ai loro genitori.
Poi quando il caso divenne pubblico, le ragazze sostennero l'autenticità delle fotografie, poichè erano entrate in un gioco più grandi di loro, vista la loro età all'epoca, ed avevano preferito tacere e far credere a tutti l'esistenza delle fate.