STORIA DI BIAGIO EL LUGANEGHER
Biagio Cargnio |
SGUAZETO ALLA BIASIO
Sguazeto alla Biasio |
Nel 1520 a Venezia vi era la Taverna di Biagio Cargnio, detto "Biasio", situata nel Campo San Zan Degolà sul Canal Grande, che fungeva anche da macelleria.
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Il locale diventò famoso grazie allo "Sguazeto", un piatto tipico preparato con carne di maiale, con cui venivano deliziati i veneziani, che accorrevano in massa alla taverna, arricchendo il proprietario.
Questi non divulgò mai la ricetta segreta, che era diversa dalla solita e, proprio questa eccellenza culinaria, spinse gli avventori a capirne di più.
Tra questi un certo Antonio, detto "Tony", che era un assiduo frequentatore della Taverna, ansioso di carpirne i segreti, andò a pranzo come era solito fare, ed ordinò lo sguazeto di Biasio.
Mentre lo stava assaporando, notò tra i denti qualcosa di duro come un osso e, togliendolo di bocca, si accorse che in realtà era un dito umano con tanto di unghia.
Testa mozzata di Biagio Cargnio |
Preso dal panico e dall'ansia della scoperta, nonchè disgustato da ciò che aveva trovato nel cibo, uscì dal locale per andare a denunciare Biasio alle guardie, portando con sè il dito, come prova dei fatti.
In serata i gendarmi entrarono nel locale e si diressero verso la cucina e qui, tra pentole e tegami in ebolizzione, scoprirono resti umani di bambini, tra cui viscere, arti ed organi umani, con i quali Biasio preparava il famoso sguazeto, che lo aveva fatto diventare ricco e famoso a Venezia, lasciati a macerare nel vino con aggiunta di spezie.
Portato in tribunale il macellaio confessò di aver ucciso parecchi bambini, di cui non si conosce il numero, giustificandosi che lo aveva fatto per soldi: "Son sghei", disse al giudice Biasio.
Condannato a morte, fù portato dal carcere alla sua taverna, legato ad un cavallo e trascinato fino all'uscio, dove gli furono amputate entrambe le mani.
Successivamente fù condotto in Piazza San Marco dove venne decapitato in pubblico ed il suo corpo fù tagliato in 4 pezzi, i quali furono esposti ai 4 angoli della città, a memoria delle nefandezze commesse dall'uomo e come monito per chi avrebbe commesso le stesse barbarie.
Ad oggi rimane soltanto la Riva di Biasio, sul Canal Grande, mentre la locanda fù data alle fiamme dai gendarmi.
Veduta di Riva del Biasio a Venezia. |