IL LUPO MANNARO DI VILLA SAN GIOVANNI
LA STORIA DEL LUPO MANNARO ZI MASI
Zi Masi rincorre dei ragazzi all'uscita della discoteca Il Pilone - (foto di Domenico Arcudi) |
Le storie di licantropia si tramandano da secoli e raccontano di uomini che, durante le notti di luna piena, uscivano di casa ululando ed aggredendo chiunque incontrassero nel loro cammino.
Come citato nel mio articolo, che puoi leggere cliccando qui, queste persone erano affette da molte patologie, tra cui l'ipertricosi, che provoca la crescita di peli in tutto il corpo, che nell'immaginario collettivo, davano luogo a questi miti e leggende.
A Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, è ancora viva la storia del lupo mannaro del luogo, chiamato Zi Masi o semplicemente Masi.
Questo era un pescivendolo del luogo che, da giovane, si era recato presso uno dei ex Forti Umbertini, a Matiniti sopra Campo Calabro, che fungevano da batterie e polveriere a difesa dello Stretto di Messina ed ancora oggi esistenti.
Qui Masi, come raccontò in seguito, fu attaccato da un lupo mannaro:
"Mi ricordo che in compagnia di alcuni amici, visitammo di notte il Forte Siacci di Matiniti Superiore, perchè ci avevano raccontato alcune storie di fantasmi e volevamo andare di persona a verificare".
Lo stesso Zi Masi, continua il suo racconto, aggiungendo:
"Era una notte di piena estate, parcheggiammo l'auto ed iniziammo a percorrere il muro di cinta che delimita la stradina che conduce al portone principale. Qui, passando sopra il ponte levatoio, arrivammo davanti il grande portone che in alto recava la scritta 1888 e delle palle di cannone. Non c'era nessuno ed entrammo nel piccolo atrio, dove sia a destra che a sinistra si diramavano corridoi bui, pieni di stanze, mentre di fronte di usciva nel grande cortile. Ad un certo punto, mentre ci addentravamo nei corridoi, dall'esterno udimmo strani versi e rumori di rami calpestati. Io, assieme ad il mio amico, uscimmo verso il cortile ed in alto, sopra le scale, vedemmo un'ombra gigante che scomparve dietro un muro. Gli altri due amici rimasti indietro, si affrettarono a guadagnare l'uscita dal forte, mentre io ed il mio amico rimanemmo li, incuriositi. Mi affrettai a salire le scale, dove poco prima avevo visto qualcosa ed il mio amico mi seguì. Ad un certo punto udimmo un ululato, che inizialmente associammo ad un cane, visto che nella zona ci sono molti pascoli e quindi molti cani da gregge. Mi affacciai dal muro, alle fine delle scale, e vidi una figura scura, alta e pelosa, girata di spalle, che guardava la luna piena. Lo dissi al mio amico, il quale impaurito scappò giù per le scale, raggiungendo gli altri. Io, invece, volevo appurare cosa avessi visto ed andai verso la figura".
Incisione del XVIII secolo raffigurante un feroce attacco di un lupo mannaro ad una donna con al collo una croce, che non vale a salvarla dal suo destino. |