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mercoledì 9 agosto 2023

IL FANTASMA DI BEATRICE CENCI


IL FANTASMA DI CASTEL SANT'ANGELO 




FANTASMI ANTICA ROMA

Ritratto di Beatrice Cenci del pittore Guido Reni presso Palazzo Barberini.


Beatrice Cenci, nacque a Roma il 6 febbraio del 1577, dal conte Francesco Cenci e la moglie Ersilia Santacroce.



Il padre era un uomo violento e ed aveva una condotta immorale e, nel 1584 alla morte della Santacroce, Beatrice assieme alla sorella Antonina, furono mandate nel Monastero di Santa Croce a Montecitorio, fino all'età di 15 anni.

 

FANTASMI DI ROMA

Monastero di Santa Croce a Montecitorio.


Nel 1592 fece ritorno a casa, dove trovò un ambiente ostile a causa della violenza del padre che riversava sulla giovane.



ESILIO DI BEATRICE CENCI A PETRELLA SALTO



FANTASMA BEATRICE CENCI

Rocca di Petrella Salto.


 

Nel 1593 Francesco sposò Lucrezia Petroni, ma oberato dai debiti fu incarcerato e processato al versamento di ingenti somme, mentre Beatrice fu segregata nella Rocca di Petrella Salto.

 

 
FANTASMA DI BEATRICE CENCI

Lucrezia Petrella seconda moglie di Francesco Cenci.


La ragazza inizialmente chiese aiuto ai fratelli e familiari, mandando loro delle lettere da cui non ebbe risposta, ed una volta una di queste arrivò per sbaglio al padre Francesco, il quale la percosse brutalmente.


Nel 1597 anche il padre si ritirò alla Rocca, per sfuggire ai creditori e perchè malato di rogna e gotta, portando con se gli altri due figli Bernardo e Paolo.



OMICIDIO DI FRANCESCO CENCI


FANTASMA BEATRICE CENCI

Il conte Francesco Cenci, drogato nella sua camera da letto, viene assassinato da Olimpio Calvetti e Marzio da Fiorani; Beatrice sta guardando la scena mentre la sua matrigna sorveglia la porta.


Beatrice subì violenze sessuali da parte del padre ed, in questo contesto, maturò la sua idea di uccidere il padre, in quanto esasperata e stanca di ciò che gli accadeva giornalmente.


Assieme alla madre Lucrezia, i fratelli Bernardo e Paolo, il maniscalco Marzio da Fiorani ed il castellano Olimpio Calvetti, cercò di avvelenarlo senza riuscirci.


Riprovarono una seconda volta, ingaggiando dei briganti, i quali gli tesero senza successo un'imboscata.


Si tentò allora per un'ultima volta di portare a termine il progetto dell'uccisione, quando gli fu somministrato tramite bevanda, l'oppio che lo stordì e lo fece addormentare.


E proprio durante il sonno Marzio gli spezzò le gambe con un mattarello, mentre Olimpio conficcò dei chiodi con un martello nel cranio e nella gola.


Per depistare eventuali indagini, il corpo fu inizialmente posto su delle assi decomposte, al fine di simulare un incidente, ma il corpo era troppo grande per entrarci e fu deciso quindi di gettarlo dal parapetto della Rocca.

 

FANTASMA BEATRICE CENCI

Palazzo Cenci a Roma.


Infatti, il 9 settembre del 1598 il corpo di Francesco fu trovato nell'orto sottostante e nel frattempo i familiari si erano trasferiti a Roma, presso Palazzo Cenci.



PROCESSO DI BEATRICE CENCI



FANTASMA BEATRICE CENCI

Beatrice Cenci in prigione. Quadro di Achille Leonardi, secolo XIX.


Su richiesta del duca Marzio Colonna e del viceré Don Enrico di Gusman, il corpo fu esaminato da un medico ed alcuni chirurghi, i quali esclusero la caduta poichè era palese che le ferite riportate fossero da condurre ad un omicidio.


FANTASMA BEATRICE CENCI

Duca Marzio Colonna.


A quel punto i sospetti ricaddero sugli autori i quali vennero imprigionati e della vicenda fu informato anche il Pontefice Clemente VIII, il quale si interessò personalmente alla vicenda.


FANTASMA BEATRICE CENCI

Don Enrico di Gusman.


Olimpio Calvetti fu torturato fino alla sua completa ammissione del complotto, riuscì a fuggire ma fu ucciso in seguito da monsignor Mario Guerra, mentre Fiorani, anche lui torturato, confessò ma, nel confronto diretto con Beatrice, ritrattò ed in seguito morì per le ferite subite durante la sua confessione.


FANTASMA BEATRICE CENCI

Papa Clemente VIII.



Giacomo e Bernardo confessarono subito, mentre Beatrice continuò ad indicare in Olimpio, l'unico esecutore materiale del delitto.


Il giudice Ulisse Moscato, acquisite le prove, avviò il processo, per il quale l'avvocato Prospero Farinacci, prese la difesa di Beatrice, durante il dibattimento.



FANTASMA BEATRICE CENCI

L'avvocato Prospero Farinacci, difensore di Beatrice.


Quest'ultimo cercò di alleggerire i capi di accusa, che pendevano sulla testa degli accusati, sostenendo che la giovane era stata ripetutamente violentata dal padre, ma il giudice decise di condannare gli imputati.



ESECUZIONE DI BEATRICE CENCI A CASTEL SANT'ANGELO

 

FANTASMA BEATRICE CENCI

Il corpo morto di Beatrice Cenci dopo l'esecuzione.

 

L'11 settembre del 1599, Giacomo fu condannato allo squartamento e fu colpito alla testa e le sue membra furono esposte al pubblico per un giorno appese ai quattro angoli del patibolo, Bernardo invece fu condannato alla pena del Remi Perpetui, ovvero avrebbe dovuto remare sulle navi pontificie a vita, e legato ad una sedia ad assistere all'esecuzione dei suoi familiari.


Lucrezia, che assistette ai precedenti drammi, svenne e fu decapitata da una spada, mentre Beatrice fu condannata alla decapitazione a Castel Sant'Angelo, eseguita dal famoso boia del tempo, Mastro Titta detto Er Boja, su un patibolo allestito al momento in quel luogo.


FANTASMA BEATRICE CENCI

Mastro Titta regge la testa decapitata di Beatrice Cenci.


Tra il pubblico erano presenti il Caravaggio, il pittore Orazio Gentileschi assieme alla figlia Artemisia, e durante l'esecuzione a causa dell'afosa giornata e della calca generatasi, molta gente morì asfissiata o annegata nel Tevere e tra questi, anche Ubaldo Ubaldini, che fu in seguito celebrato da Stendhal nelle sue Cronache Italiane.

 

FANTASMA BEATRICE CENCI

Il celebre pittore Caravaggio era tra il pubblico presente all'esecuzione di Beatrice Cenci.

FANTASMA BEATRICE CENCI

Orazio Gentileschi.


FANTASMA BEATRICE CENCI

Artemisia Gentileschi.


Dell'esecuzione esistono alcuni testi pervenuti a noi, tra cui:"Vennero frattanto altre soldatesche dal lato di Castel S. Angiolo, ed aumentata la forza armata intorno al patibolo, si proseguì il corso della giustizia, quando si vide un poco calmato il tumulto della folla. Beatrice genuflessa nella cappella era talmente assorta nella sua preghiera che non fece attenzione al rumore ed alle grida; soltanto si riscosse quando lo stendardo entrò nella cappella per precederla al supplizio. Si alzò, e con la vivacità di una sorpresa domandò: — La mia signora madre è veramente morta? — Le fu risposto affermativamente, ed ella gettatasi ai piedi del Crocifisso pregò con fervore per l'anima di lei. Poi parlò ad alta voce e lunga pezza col Crocifisso dicendo cose troppo non connesse, e finì con esclamare: — Signore tu mi chiami ed io di buona voglia ti seguo, perché so di meritare la tua misericordia. Si accostò al fratello, lo baciò in fronte, e con un sorriso d'amore gli disse: — Non ti accorare per me, saremo felici in cielo, poiché ti ho perdonato. Giacomo svenne. La sorella, volgendosi agli sgherri: - andiamo - disse, e franca si avanzava alla porta, ma il carnefice le si fece avanti con una corda, e pareva che temesse di avvolgere con essa quel corpo. Appena Lo stendardo uscì dalla cappella, e che la meschina accompagnata da due cappuccini arrivò al pié del palco, un subito silenzio fece credere deserto quel luogo per lo avanti sì rumoroso. Tutti volevano sentire se articolava qualche parola, e con gli occhi a lei rivolti, e con bocche aperte pareva che pendesse dalle di lei labbra la loro esistenza. Beatrice al pie' del palco, baciò il Crocifisso, fu benedetta dal frate; e lasciate le pianelle, salita destramente la scala, lentissima arrivò al fatale ceppo, niuno si avvide della pronta mossa che gli fece scavalcare la panca che aveva cagionato tanto ribrezzo alla Petroni; si collocò perfettamente da se inibendo con uno sguardo fiero al carnefice di toccarla per levarle il velo dal collo, che da se stessa gettò sul tavolato. Ad alta voce invocava Gesù e Maria attendendo il colpo fatale, passò però in questa orribile situazione alcuni istanti, perché il carnefice intimorito si trovò impacciato a vibrarle la mannaia. Un grido universale lo imprecava, ma frattanto il capo della vergine fu mostrato staccato dal busto, ed il corpo s'agitò con violenza. Il misero Bernardo Cenci costretto ad esser testimone del supplizio di sua sorella cadde svenuto, e per lunga mezz'ora non poté essere richiamato ai sensi. La testa di Beatrice fu involta in un velo come quella della matrigna, e posta in lato del palco; il corpo nel calarlo cadde in terra con gran colpo, perché si sciolse dalla corda". 



APPARIZIONE DELLO SPETTRO DI BEATRICE CENCI

 

FANTASMA BEATRICE CENCI

Lapide Beatrice Cenci a Castel Sant'Angelo.

 

Tra la notte del 10 e l'11 settembre di ogni anno, sul ponte che conduce a Castel San'Angelo, si dice appaia lo spettro di Beatrice, proprio nello stesso punto in cui fu decapitata.

 

 
FANTASMA BEATRICE CENCI

Castel San'Angelo luogo dell'esecuzione di Beatrice Cenci e dove ancora oggi appare il suo spettro.


Molti testimoni dell'evento affermano di aver visto il fantasma di Beatrice che reggeva in mano la sua testa mozzata.









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