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giovedì 30 gennaio 2020

VOCI DALL'ALDILA'


RUMORI DAL MONDO DEGLI SPIRITI





Il parapsicologo Hans Kennis, (a destra), e Jos Spijkstra cercano di catturare le voci dell'aldilà su nastri magnetici.




Quando il documentarista svedese, Friedrich Jürgenson, annunciò che, nel registrare alcuni richiami di uccelli su nastro, aveva accidentalmente registrato le voci di vari amici e parenti defunti, i parapsicologi credettero di aver finalmente trovato la prova di possibili comunicazioni con l'aldilà, (leggi qui il mio articolo in proposito).

 
Le prime registrazioni di Jürgenson, furono fatte nel 1959 e da allora il numero degli studiosi e di appassionati di questo fenomeno è aumentato, ma i messaggi raccolti a migliaia elettronicamente, si sono dimostrati poco convincenti.

 

Friedrich Jürgenson.

 

La teoria del fenomeno psicofonico è che vi sono entità disincarnate che, rivolgendosi ai viventi, si avvalgono delle tecniche radiofoniche e di registrazione.


Questa forma di comunicazione non avviene in maniera diretta, incidendo un vero e proprio messaggio parlato su un nastro vergine, ma prende la forma di frammenti di rumori che richiedono ore ed ore di ascolto, per riuscire ad assumere un senso compiuto.


Capita spesso, ad esempio, che le parole incise su uno stesso nastro appartengano a lingue diverse.


Friedrich Jürgenson ed il suo famoso discepolo di origine lettone, Konstantin Raudive, ottenevano spesso nastri che, secondo il loro punto di vista, contenevano brevi frasi enigmatiche che combinavano varie lingue.

 

 

Konstantin Raudive.

 

Anche se si ritiene generalmente che la vasta sperimentazione, effettuata da Konstantin Raudive in questo campo, sia stata fatta onestamente ed in buona fede, i suoi metodi di controllo e valutazione, sono stati duramente criticati.


David Ellis, intraprese uno studio sui nastri di Raudive, facendo notare che non era stata usata un'adeguata protezione contro casuali registrazioni di emissioni radio ad onde corte o messaggi della polizia, assieme a suoni e voci estranee nella stessa sala di registrazione.


Ad esempio, una delle incisioni riproduceva il seguente messaggio: "Au combat! Longue vita flieht. Hanmetic man!".


Per un orecchio comune la cosa era priva di senso, mentre per Raudive si trattava di un messaggio comunicato in cinque lingue diverse: francese, italiano, svedese, tedesco e lettone, che significava: "All'attacco! La lunga vita sfugge. Egli non mi crede!".

 

 

TECNICHE PER REGISTRARE VOCI DEI DEFUNTI





Friedrich Jürgenson.




Molte ricerche sul fenomeno, sono state svolte da ingegneri e tecnici del suono, che si servivano di attrezzature molto sofisticate, anche se il processo fondamentale è molto semplice.

 

Audio MP3 della Trasmissione del programma radiofonico Veronica "The Black Hole" dal 1982: Hans Kennis, pioniere nel campo del fenomeno vocale, parla di KONSTANTIN RAUDIVE e FRIEDRICH JURGENSON e della sua stessa ricerca.

Audio MP3 della Trasmissione del programma radiofonico Veronica "The Black Hole" dal 1982: Hans Kennis, pioniere nel campo del fenomeno vocale, parla di KONSTANTIN RAUDIVE e FRIEDRICH JURGENSON e della sua stessa ricerca.


Si inserisce un nastro vergine in un registratore e si preme il tasto di registrazione, mantenendo il volume al minimo, se non si è in una sala insonorizzata.

 

Audio MP3 della Trasmissione del programma radiofonico Veronica "The Black Hole" dal 1982: GERARD VAN DEN ACKER - presidente del gruppo di lavoro PARANORMAL VOICE RESEARCH parla del suo lavoro. 

Audio MP3 della Trasmissione del programma radiofonico Veronica "The Black Hole" dal 1982: GERARD VAN DEN ACKER - presidente del gruppo di lavoro PARANORMAL VOICE RESEARCH parla del suo lavoro.

 


Quando il nastro è inciso, lo si riavvolge e si preme il tasto di ascolto al massimo volume, ed in un paio di ore di analisi e di interpretazione, si ottengono suoni e voci.

 

 

Audio MP3 del Lungo album di riproduzione con il libro "Breakthrough" di Konstantin Raudive, lato 1.

Audio MP3 del Lungo album di riproduzione con il libro "Breakthrough" di Konstantin Raudive, lato 1.

 


Nonostante l'ambiguità del materiale accumulato fino ad oggi, i parapsicologi non scartano del tutto l'ipotesi dell'autenticità del fenomeno, in quanto i suoni hanno come unica spiegazione un'origine paranormale.

 

Audio MP3 del Lungo album di riproduzione con il libro "Breakthrough" di Konstantin Raudive, lato 2.

Audio MP3 del Lungo album di riproduzione con il libro "Breakthrough" di Konstantin Raudive, lato 2.

 
L'esperto inglese Richard K. Sheargold, il 2 settembre del 1972, dichiarò alla rivista londinese Psychic News: "Da questo momento non si può più dubitare che la scienza abbia aperto, per la prima volta, un varco nei fenomeni parapsichici".

 

Audio MP3 del Singolo con il libro "Sprechfunk mit Verstorbenen" di Friedrich Jurgenson

Audio MP3 del Singolo con il libro "Sprechfunk mit Verstorbenen" di Friedrich Jurgenson

 
Dopo alcuni anni di intense sperimentazioni, Sheargold disse a Susy Smith, autrice di "Voices of the Dead?", che diventava sempre più scettico nei confronti degli scarsi ed ambigui risultati, che erano riusciti ad ottenere.

 

Audio MP3 Trasmissione radiofonica Tros Actua del 27 aprile 1976 sull'EPP. Tra gli altri, il ricercatore / scrittore Nel Noordzij, Ir. Martin van Geelkerken e l'editore Jos Spijkstra. Parte 1

Audio MP3 Trasmissione radiofonica Tros Actua del 27 aprile 1976 sull'EPP. Tra gli altri, il ricercatore / scrittore Nel Noordzij, Ir. Martin van Geelkerken e l'editore Jos Spijkstra. Parte 1

 


Pur continuando a credere che il fenomeno delle voci elettroniche era senza dubbio reale, metteva in guardia tutti coloro che avevano intenzione di intraprendere la sua stessa attività contro il ripetuto ed intenso ascolto di voci molto deboli, ritendolo assai poco saggio, in quanto questa tecnica comportava un grande affaticamento mentale e rischiava di portare l'ascoltatore ad interpretazioni sbagliate e dare alla realtà la forma dei propri desideri.

 

 

Audio MP3 Trasmissione radiofonica Tros Actua del 27 aprile 1976 sull'EPP. Parte 2




IL FANTASMA DEGLI AVVOCATI


IL FANTASMA DI GIUDITTA GUASTAMACCHIA





Fantasma di Giuditta Guastamacchia.





Giuditta Guastamacchia, fu una donna bella ma crudele, che alla morte del marito, condannato per frode al Regno, si ritrovò ad accudire il piccolo figlio.

 

 
Convento di Sant’Antonio alla Vicaria.



Il padre di lei, non potendoli mantenere economicamente, la fece rinchiudere nel convento di Sant’Antonio alla Vicaria, dal quale uscì nel 1794.

 

 
Fantasma degli Avvocati.



Intrattenne una relazione con il prelato Don Stefano d’Aniello, ma per far tacere le voci che giravano sulla coppia, quest'ultimo la diede in sposa al nipote, il quale scoperta la tresca minacciò di rivelarla e scappò da Napoli, ma fu convinto da Giuditta a tornare su suoi passi.



Nel frattempo disse al padre di aver subito violenze dal marito, ed aiutata da altri due amici, un chirurgo ed un barbiere, commise l'omicidio del consorte.

La sera del delitto, il prelato ebbe ripensamenti ed uscì per fare una passeggiata, mentre Giuditta aveva messo a bollire l'acqua in un pentolone e chiese al marito di farsi sistemare i capelli dal barbiere, presente alla scena.

 

 

Castel Capuano.



Quando il giovane si sedette, gli fu cinta attorno al collo una fune per soffocarlo, mentre con le ginocchia spingeva sul petto.

Appena fu morto, il chirurgo si premurò di far sparire il cadavere, sezionandolo in piccoli pezzi ed in quel mentre il prelato fece ritorno in casa, assistendo alla scena e gridando: "Che cosa avete fatto?".

Il barbiere portò i resti fuori città all'interno di un grosso sacco sulle spalle, ma fu fermato dalle guardie che, accertato il contenuto lo arrestarono.

 

 

Mura della Vicaria.

 



Nel frattempo gli altri erano fuggiti a Capodichino, ma furono immediatamente arrestati.

Il prete fu condannato all'ergastolo, mentre il resto fu impiccato e successivamente gli vennero amputate testa e mani, che furono esposte sulle Mura della Vicaria.

 

Teschio di Giuditta Guastamacchia conservato presso il Museo di Anatomia di Napoli.

 



La leggenda vuole che un'ombra si aggiri nei corridoi di Castel Capuano, lamentandosi ed urlando ogni 19 aprile, e soprannominato "Il fantasma degli Avvocati".

I teschi dei 4 condannati sono conservati nel Museo di Anatomia di Napoli.











IL FANTASMA DI DONNA OLIMPIA



FANTASMA DELLA PIMPACCIA




donna olimpia la pimpaccia

Olimpia Maidalchini.



Olimpia Maidalchini, meglio conosciuta come Donna Olimpia o la Pimpaccia, nacque a Viterbo il 26 maggio del 1591, in giovane età si sposò con Paolo Nini, che morì dopo solo 3 anni dal matrimonio.



In seguito convolò a nozze con Pamphilio Pamphilj, un nobile del tempo, che aveva un fratello, Giovanni Battista Pamphilj, che diventerà in seguito il futuro Papa Innocenzo X.


Fantasma di Olimpia Pamphili

Giovanni Battista Pamphilj, futuro Papa Innocenzo X.


Su di lei ai tempi giravano voci che la vedevano più legata al cognato che al marito, al punto da riuscire, con la sua influenza, a farlo eleggere Papa durante il conclave.

 

fantasma della pimpaccia

Busto di Donna Olimpia.


Quando nel 1639 il marito morì, Donna Olimpia diventò una delle più influenti e potenti donne di Roma, accumulando ricchezze, donategli dal Papa, e titoli nobiliari, tra cui Principessa di San Martino al Cimino, ed il figlio Camillo Francesco Maria Pamphili, fu nominato Generale della Chiesa e Comandante della flotta, direttamente dal Papa.

   

fantasma donna olimpia

Camillo Francesco Maria Pamphili.

 

Si stabili presso Palazzo Pamphilj, sua residenza ufficiale, ma tra il popolo correva voce che fosse l'amante del Papa, tanto da essere soprannominata "La Papessa".


 
leggenda ponte sisto

Palazzo Pamphilj.

   

FANTASMA DI PONTE SISTO

   

Ponte Sisto a Roma dove si dice appaia lo spettro di Donna Olimpia.

 

Altre voci dicevano che gestisse un giro di prostitute presso gli ambienti ecclesiastici e che per poter intercedere con il Papa, si dovesse passare prima da lei.


LEGGENDA DI PONTE SISTO


Nel 1655, alla morte di Papa Innocenzo X,  Donna Olimpia, temendo la perdita del suo potere e delle sue ricchezze, riempì due casse con oro papali e fuggì con un carro, trainato da cavalli, verso Villa Doria Pamphilj, per poi proseguire la sua fuga nelle zone di Viterbo.

 

donna olimpia

Villa Doria Pamphilj.

  

Qui nel 1657 morì di peste, ma il suo fantasma ogni 7 gennaio di ogni anno appare su Ponte Sisto, mentre con la sua carrozza piena d'oro lo attraversa, nel tragitto da Piazza Navona a Villa Pamphilj, per poi gettarsi nel fiume Tevere, dove l'attendono i diavoli che la traghettano all'Inferno, 










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