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giovedì 30 gennaio 2020

IL FANTASMA DEGLI AVVOCATI


IL FANTASMA DI GIUDITTA GUASTAMACCHIA





Fantasma di Giuditta Guastamacchia.





Giuditta Guastamacchia, fu una donna bella ma crudele, che alla morte del marito, condannato per frode al Regno, si ritrovò ad accudire il piccolo figlio.

 

 
Convento di Sant’Antonio alla Vicaria.



Il padre di lei, non potendoli mantenere economicamente, la fece rinchiudere nel convento di Sant’Antonio alla Vicaria, dal quale uscì nel 1794.

 

 
Fantasma degli Avvocati.



Intrattenne una relazione con il prelato Don Stefano d’Aniello, ma per far tacere le voci che giravano sulla coppia, quest'ultimo la diede in sposa al nipote, il quale scoperta la tresca minacciò di rivelarla e scappò da Napoli, ma fu convinto da Giuditta a tornare su suoi passi.



Nel frattempo disse al padre di aver subito violenze dal marito, ed aiutata da altri due amici, un chirurgo ed un barbiere, commise l'omicidio del consorte.

La sera del delitto, il prelato ebbe ripensamenti ed uscì per fare una passeggiata, mentre Giuditta aveva messo a bollire l'acqua in un pentolone e chiese al marito di farsi sistemare i capelli dal barbiere, presente alla scena.

 

 

Castel Capuano.



Quando il giovane si sedette, gli fu cinta attorno al collo una fune per soffocarlo, mentre con le ginocchia spingeva sul petto.

Appena fu morto, il chirurgo si premurò di far sparire il cadavere, sezionandolo in piccoli pezzi ed in quel mentre il prelato fece ritorno in casa, assistendo alla scena e gridando: "Che cosa avete fatto?".

Il barbiere portò i resti fuori città all'interno di un grosso sacco sulle spalle, ma fu fermato dalle guardie che, accertato il contenuto lo arrestarono.

 

 

Mura della Vicaria.

 



Nel frattempo gli altri erano fuggiti a Capodichino, ma furono immediatamente arrestati.

Il prete fu condannato all'ergastolo, mentre il resto fu impiccato e successivamente gli vennero amputate testa e mani, che furono esposte sulle Mura della Vicaria.

 

Teschio di Giuditta Guastamacchia conservato presso il Museo di Anatomia di Napoli.

 



La leggenda vuole che un'ombra si aggiri nei corridoi di Castel Capuano, lamentandosi ed urlando ogni 19 aprile, e soprannominato "Il fantasma degli Avvocati".

I teschi dei 4 condannati sono conservati nel Museo di Anatomia di Napoli.











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