Nel 1966, il Capitano John Ridgway,
si era appisolato ai remi della sua imbarcazione, mentre stava
navigando in piena notte nell'Atlantico settentrionale, quando: "Fui
richiamato alla piena coscienza da un rumore sibilante a prua, guardai
in acqua ed improvvisamente vidi contorcersi la sagoma sinuosa di una
grande creatura. I suoi contorni erano sottolineati da una specie di
fosforescenza nel mare, come se una serie di luci al neon fosse appesa
ai suoi fianchi. Era lunghissima, 10 metri se non di più e si dirigeva
verso di me a tutta velocità. Devo averla osservata per circa dieci
secondi e veniva dritto verso di me e scomparve proprio sotto la mia
imbarcazione".
Il testimone non era un sognatore, tutt'altro, stava tentando l'epica
impresa di attraversare l'oceano a bordo di una barca a remi, con il
compagno d'avventura Chay Blyth, che al momento dell'avvistamento, si era addormentato.
Rifgway e Blyth.
Il suo racconto continua: "Non
sono una persona molto fantasiosa quindi cercai una spiegazione
razionale. Chay ed io avevamo avvistato balene e squali, delfini e
focene, pesci volanti ed ogni sorta di cretaure marine, ma questo mostro
nella notte, non apparteneva ad alcuna di quelle specie. Dovetti
ammettere, controvoglia, che poteva essere una cosa sola, un serpente di
mare".
La riluttanza del capitano è più che comprensibile, poichè negli ultimi 2 secoli, gli avvistamenti di "mostri marini" sono sempre stati accolti con incredulità.
Serpente di mare che aggredisce una nave.
Quando, nei primi dell'800, alcuni pescatori scandinavi riferirono di
aver visto un calamaro gigante, si ritenne che lo avessero inventato di
sana pianta, sotto effetto di bevande alcoliche, visto che i profani del
tempo sapevano che non esistevano calamari oltre i 20-25 centimetri di
lunghezza.
E quando il comandante e tutto l'equipaggio della corvetta francese "Alécton",
in viaggio da Cadice e Tenerife nel 1861, riferirono di aver tentato di
catturare un calamaro gigante, con tentacoli lunghi più di 2 metri,
l'Accademia Francese delle Scienze concluse che, i testimoni, erano
stati evidentemente vittime di un'allucinazione di massa.
Ma il capitano John Ridgway, vide il suo mostro marino ed era perfettamente lucido e sveglio, quando lo scorse tra le acque.
Sia lui che Blyth erano paracadutisti dell'esercito britannico in
licenza e stavano attraversando l'Oceano, nell'intento di eseguire un
esperimento di sopravvivenza.
Al loro ritorno, raccontarono la storia di quei terribili 92 giorni di mare: "Posso soltanto dire quello che ho visto con i miei occhi ed ora non sono più scettico", riferì Ridgway.