PIONIERI DEL MISTERO
Secondo la rivista Scientific American, Thomas Edison avrebbe affermato di essere in grado di creare un congegno, tanto sensibile, da permettere agli spiriti dei defunti di comunicare, tramite esso, con il mondo dei vivi. |
WILLIAM JAMES E THOMAS ALVA EDISON: COME COMUNICARE CON IL MONDO DEI MORTI
Pensatore tra i più influenti della sua generazione e figura di spicco, sia nel campo della filosofia sia in quello della psicologia, l'americano William James, (leggi qui il mio articolo su di lui), fù forse il più grande pioniere che si avventurò nei territori inesplorati della parapsicologia.
James rivolse la sua attenzione allo studio dei fenomeni parapsicologici, quando ebbe superato la quarantina, dopo aver consolidato molti dei principi filosofici e psicologici, cui deve principalmente la fama.
William James, famoso in tutto il mondo per il suo lavoro pionieristico nel campo della filosofia e della psicologia, rivolse la sua mente brillante alla questione della sopravvivenza dopo la morte e si interessò ai presunti poteri dei medium. |
Eppure, nonostante questo approccio tardivo, egli affrontò la ricerca con una mentalità libera da pregiudizi intellettuali ed un metodo di indagine molto personale.
In realtà, uno degli aspetti più notevoli dell'interesse di James, per i fenomeni parapsicologici, è proprio la sua volontà di affrontare pubblicamente un argomento così poco accademico.
Verso la fine della sua vita, dopo un quarto di secolo di riflessione su ogni sorta di fenomeni parapsicologici e l'osservazione personale della veggente Leonora Piper, (leggi qui il mio articolo in proposito), James si dichiarò sconcertato da ciò che chiamava "scherzo di natura", che egli aveva scoperto.
La veggente Leonora Piper studiata da William James. |
Tuttavia, continuò a credere che la soluzione dell'enigma, fosse probabilmente a portata di mano e che esistesse "un continuum di coscienza cosmica, contro il quale la nostra individualità non costruisce altro che barriere accidentali e, nel quale le nostre molte menti si immergono, come in un mare fecondo o in un serbatoio", come amava dire James.
Era il maggiore di cinque figli di Henry James Sr., un eccentrico e curioso ammiratore di Emanuel Swedenborg, un medium e chiaroveggente svedese, e con suo fratello William, James conobbe una vita familiare movimentata ma molto stimolante, dal punto di vista intellettuale, (leggi il mio articolo su Swedenborg).
Il medium e chiaroveggente Emanuel Swedenborg. |
Nato a New York nel 1842, fece il suo primo viaggio in Europa, prima di aver compiuto tre anni e quando si iscrisse all'Università, parlava correntemente il francese ed il tedesco, ed aveva già deciso di diventare un pittore, abbandonando l'idea di farsi una carriera nel campo della matematica e della logica, (leggi il mio articolo sulla glossolalia).
Ma, dopo un anno, abbandonò l'arte pittorica per iscriversi alla facoltà di Chimica di Harvard e nel 1864 si iscrisse a Medicina, sempre nella stessa Università.
Poco dopo aver conseguito la laurea, James cadde in depressione a seguito della morte di un suo caro amico, ed ebbe paurose allucinazioni di un immaginario alter ego che, prendeva la forma di un epilettico, visto una volta in un manicomio.
Di quel periodo, scrisse: "Da allora l'Universo cambiò totalmente per me. Mi svegliavo una mattina dopo l'altra con un orribile oppressione alla bocca dello stomaco e con un senso di insicurezza, che non avevo mai conosciuto rima e che non ho mai più sentito dopo".
James uscì dalla sua lunga crisi con una nuova fiducia nella sua realtà individuale e creativa, con la convinzione ottimistica che fosse lui l'artefice della propria vita.
Diventò assistente di fisiologia ad Harvard, nel 1872 all'età di trent'anni e, per altri trentacinque anni insegnò in quella università, psicologia e filosofia, conquistando la fama ed il prestigio, di cui oggi siamo testimoni grazie ai suoi due saggi più famosi: "Principi di Psicologia" e "Saggi Pragmatisti".
Durante tutta la sua attività professionale, collegò queste discipline con elementi del soprannaturale, nel suo continuo sforzo di comprendere e, riuscì a dimostrare le interconnessioni tra mente, corpo e spirito.
Giunse perfino ad ipotizzare che, l'Universo come lo percepiamo, potrebbe essere solo un mero velo superficiale di fenomeni che nascondono ed occultano il mondo dalle vere realtà.
Fu proprio la visione di questa realtà, non ancora scoperta, che portò James allo studio dei fenomeni parapsicologici ed anche se morì, nel 1910, diede comunque un grande esempio ed apporto scientifico di indagine appassionata e geniale.
Un'altra figura, da ricordare in quest'ambito scientifico è, senza dubbio, il famoso inventore Thomas Alva Edison.
L'inviato della rivista Scientific American scrisse: "Edison, non crede nelle attuali teorie sulla vita e sulla morte. Molto tempo fa ha voltato le spalle alle vecchie teorie accettate, perchè pensava che fossero fondamentalmente sbagliate e così ha sperimentato una sostanza dopo l'altra, senza mai scoraggiarsi, nella ricerca del filamento della prima lampadina elettrica ad incandescenza, parimenti ha fatto ricerche, ha riflettuto ed ha costruito una struttura, che rappresenta le sue teorie su ciò che è la vita. Credo che la vita, come la materia, sia indistruttibile e vi è sempre stata una certa quantità di vita su questo mondo e, ve ne sarà sempre la stessa quantità. Non si può creare la vita, non si può distruggere la vita, non si può moltiplicare la vita".
Era l'anno 1920 e l'attenzione, di cui era oggetto la cosmologia personale dell'anziano Thomas Alva Edison, era dovuta all'elettrizzante notizia che egli stava cercando di creare un "apparato destinato a facilitare la comunicazione con i morti"., (leggi il mio articolo in proposito).
Macchina per comunicare con i morti di Thomas Alva Edison. |
Edison, in seguito, disse al giornalista della rivista Scientific American: "Ora seguitemi attentamente, non affemo che le nostre personalità si trasferiscono in un'altra esistenza od in un'altra sfera, non affermo niente, perchè non so niente. Però, affermo che è possibile costruire un'apparecchiatura tanto sensibile che, se esistono personalità in un'altra esistenza o sfera, che vogliono mettersi in contatto con noi, possa dare loro almeno un'opportunità migliore di quei metodi grossolani, che ora si presume siano gli unici mezzi. Perchè le personalità di un'altra esistenza, dovrebbero sprecare il loro tempo muovendo un pezzetto di legno triangolare, su un pannello dove sono segnate alcune lettere?".
Per tutte le menti scientifiche del tempo, l'enigma insoluto della morte e dell'aldilà, diventano la preoccupazione principale e per quanto la comunicazione spiritica, sia in genere considerata con scetticismo, attirò l'attenzione di questi grandi pensatori, convinti di poter oltrepassare le frontiere che separano i vivi dai morti.
Edison, a tal proposito, pare abbia tentato di usare la sua conoscenza scientifica, ipotizzando che entità submicroscopiche erano quelle che costituivano le forme di vita e che il tutto fosse guidato da un gruppo di "spiriti maestri", che formavano la personalità.
Se questi spiriti architetti, rimanevano insieme dopo la morte, la personalità poteva anche sopravvivere e cercare di entrare in contatto con i vivi, attraverso una macchina altamente sensibile.
Per lo scienziato, che si avvicinava alla fine di una vita, dedicata alla soluzione dei misteri mediante applicazioni pratiche, il mistero doveva esercitare un'attrattiva particolare e non c'è dubbio che il semplice barlume di speranza, di poter riuscire a cogliere improvvisamente il destino, deve essere stato molto eccitante per quella mente ingegnosa e creativa di Edison.
Per quanto il suo interesse per i fenomeni parapsicologici, potesse sembrare troppo repentino, in realtà credeva da molto tempo nella telepatia ed aveva partecipato a molti esperimenti, del chiaroveggente Bert Reese, (leggi il mio articolo in proposito).
Il chiaroveggente Bert Reese. |