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lunedì 3 luglio 2023

STREGONERIA


DAL SABBA ALL'INQUISIZIONE DAI CACCIATORI DI STREGHE ALLE STREGHE DI SALEM


STORIA DELLA STREGONERIA CON RITI E PROCESSI



Tipica strega a cavallo di una scopa


Il principio del mese  di marzo dell'anno 1620, nel pittoresco villaggio belga, Waret la Chausee, una donna di nome Anne de Chantraine, fu arrestata ed accusata di stregoneria, all'età di 17 anni.


Benchè avesse ammesso senza indugio le sue malefatte, che comprendevano imprese straordinarie ed incredibili come voli notturni e rapporti intimi conil Diavolo, il magistrato inquirente volle raccogliere più informazioni ed ordinò quindi che venisse interrogata. 


Strumenti di tortura usati per estorcere confessioni dalle streghe


Per ben tre volte, fu sottoposta agli interrogatori più brutali e crudeli, prima che la corte la condannasse a morte per i suoi presunti misfatti, anche se la sentenza non venne immediatamente eseguita e rimase in prigione per 1 anno.

Durante la sua prigionia sorsero dubbi sulla salute mentale della donna ed il suo carceriere dichiarò: "La prigioniera era instupidita e non capiva quello che diceva, anche se talvolta, pareva ragionare sensatamente" ed il 18 ottobre del 1622, Anne fu mandata al rogo.

Oggi, grazie al tempo trascorso, alla popolarità delle fiabe, come quelle dei fratelli Grimm ed ai personaggi malefici dei cartoni animati, siamo portati a vedere le streghe come le descrisse l'arcivescovo Samuel Harsnett nel 1603: "Vecchie rinsecchite con il mento che tocca le ginocchia per la vecchiaia, che camminano curve appoggiandosi ad un lungo bastone, con gli occhi infossati, sdentate e con la faccia irta ed ispidi peli, le gambe tremanti e semiparalizzate che girano per le strade borbottando malefici".


L'arcivescovo Samuel Harsnett, il primo ad aver coniato la descrizione di una strega

Tra le migliaia di donne che furono torturate ed arse vive come streghe, molte erano vecchie e sole, malate di mente e disgraziate fisicamente.


Per capire la Stregoneria, scrisse Jeffrey Burton Russel, nel suo libro Witchcraft in the Middle Ages, (Stregoneria nel Medioevo), dobbiamo calarci nell'oscurità dei più profondi abissi della mente. 


Lo scrittore Jeffrey Burton Russel, autore del libro Witchcraft in the Middle Ages

Durante i secoli XV, XVI e XVII la credenza nella stregoneria portò allo spopolamento di intere città ed alla morte straziante di circa 200.000 esseri umani, la maggior parte donne ed ancora oggi non vi sono risposte esaurienti su questa orribile persecuzione contro la presunta stregoneria.


In Europa, fin dal IX secolo, l'atteggiamento delle autorità verso le streghe era stato spesso benigno e nell'800 d.C., il sinodo irlandese accennava appena al fatto che i voli notturni non erano compatibili con la fede cristiana, e vari autori del Medioevo li definirono pura illusione.


Il primo documento cristiano conosciuto sulla stregoneria è il Canon Episcopi, comparso nel 906, che doveva fungere da guida per i vescovi nell'espletamento dei loro compiti e li metteva in guardia contro certe donne perdute, pervertite dal Diavolo.

 

Canon Episopi, il primo documento cristiano sulla stregoneria

Il testo riportava, inoltre, che molte persone erano convinte che queste storie fossero vere e raccomandava che i preti, nelle loro Chiese, predicassero con insistenza ai fedeli che tutto ciò era assolutamente falso.

Così, il primo accenno ufficiale della Cristianità alla stregoneria, appariva dettato da un salutare scetticismo e nel 1154, un colto ecclesiastico inglese, John of Salisbury, ribadì in altro modo la posizione della Chiesa, riprendendo alcuni racconti di streghe, chiedeva chi potrebbe essere tanto cieco da non accorgersi che tutto ciò è pura manifestazione di malvagità creata per il diletto dei demoni.

 

John of Salisbury

Nella stregoneria affiorano sempre alcune costanti e due di esse sono presenti fin dall'antichità: dalla notte dei tempi, la maggior parte delle società ha creduto che certe donne possedessero poteri e brame speciali e che le streghe potessero produrre malefici per mezzo di poteri occulti.


Anche nel mito della letteratura ci sono sempre state donne come la maga Circe di Omero, che seduceva gli uomini per poi trasformarli in porci, oppure come Medea che faceva intrugli di erbe, ali di gufo ed intestini di lupo mannaro per gettare il malocchio, (leggi qui il mio articolo sul malocchio).


Anche le strigae degli autori latini come Ovidio ed Apuleio, volavano di notte verso i loro convegni amorosi o criminosi oppure le lamie, la cui brama d'amore e di carne umana fu immortalata dal poeta John Keats e prima di tutte Lilith i cui piedi erano simili agli artigli di un uccello da preda.


 

Rappresentazione di Lilith con i piedi di rapace

Da ricordare anche Diana, virginea dea romana della caccia che secondo un'altra interpretazione anche dea della Luna ed istigatrice di strani eventi.


Anche la Bibbia racconta che "quando Saul vide l'esercito dei Filistei, ebbe paura ed il suo cuore tremava subito ed andò a chiedere consiglio alla strega di Endor".


Julio Caro Baroja, uno degli studiosi moderni più autorevoli sull'argomento, nel suo libro The World of the Witches, (il Mondo delle Streghe), asserì: "In conclusione vi sono documenti i quali provano che, durante il periodo classico, fioriva una credenza secolare secondo la quale esistevano donne in grado di trasformare a piacere sé stesse e gli altri in animali, di volare in aria durante la notte e di penetrare nei luoghi più segreti e nascosti lasciando dietro di sé il proprio corpo, di fare incantesimi e filtri magici per potenziare le proprie prestazioni amorose ed al fine di ispirare l'odio per altre persone, di scatenare tempeste, malattie, sia negli esseri umani che negli animali, di incutere paura nei loro nemici e di giocare loro terribili scherzi".

 

L'antropologo Julio Caro Baroja credeva nell'esistenza delle streghe

Gli atti che esprimevano il potere malvagio di quelle donne soprannaturali erano chiamati maleficia, come descritto nel libro di Rossell Hope Robbins intitolato The Encyclopaedia of Withcraft and Demonology, (Enciclopedia della Stregoneria e della Demonologia), in cui questi malefici erano attributi vendicativi delle streghe.


Il maleficio risale all'antichità, ma il termine fu usato per la prima volta nel IV secolo ed alla fine del Medioevo serviva a spiegare qualsiasi evento spiacevole, dal latte andato a male alla mucca che abortiva.


Nel XVI secolo, la distruzione di un raccolto, fu attribuita ad un intruglio magico fatto con le ceneri di un bambino bruciato e mescolate con rugiada fatta sgocciolare da spighe di grano e da ciuffi d'erba, in modo da formare un impasto che si poteva facilmente sbriciolare e spargere su viti, semine ed alberi, facendone appassire i fiori ed impedendo che dessero frutti.


In un altro caso, la strega avrebbe agito rendendosi invisibile, come descritto in questo racconto: "Il padrone stava riportando i cavalli dal pascolo e mentre cavalcava uno di essi, la strega ed i suoi demoni, si attaccarono alla groppa del cavallo e facendo cadere il cavaliere che si ruppe una gamba. Questi, mentre era ancora zoppo e malandato si presentò a testimoniare a processo contro la strega".



CONFESSIONI DI STREGHE, FORMULE MAGICHE E SABBA



Sabba delle Streghe nel quadro del Goya

Che fossero tedesche, francesi, italiane, spagnole, inglesi o scozzesi, pare che tutte le streghe usassero gli stessi strumenti e facessero più o meno le stesse prodezze.



Forse più di qualsiasi altra cosa, è stata questa uniformità, fondata per lo più sulla leggenda, sugli stereotipi inquisitoriali e sulle confessioni strappate con la tortura, ad imprimere così vivamente l'immagine della strega nella fantasia popolare.



La documentazione sulla stregoneria è ricca di racconti di streghe che cavalcano il manico di una scopa e sembra che questa tradizione sia antica, forse precristiana, e gli atti dei processi per stregoneria del XVI e XVII secolo vi si riferiscono presto.



Alla fine del XVI secolo, il cacciatore francese di streghe Henri Boguet, al quale si attribuisce lo sterminio di circa 600 streghe, capace di condannare un'indiziata solo perchè il crocefisso del suo rosario mostrava qualche piccola imperfezione fatta con la lega del Diavolo, per esempio annotava: "Françoise Secrétain ammise che, per recarsi al sabba, poneva un bastone bianco tra le gambe e poi pronunciava certe parole ed era trasportata in aria fino al luogo del convegno".


Il cacciatore di streghe francese Henri Bouget


La strega scozzese , Isobel Gowdie giunse perfino a rivelare la sua formula per far volare una scopa, una stecca od una paglia: "Cavallo e cappello, cavallo và, cavallo a sfera, Ha! Ha! Ha!". 


 

La strega scozzese Isobel Gowdie al cospetto del diavolo

 

Processo alla strega scozzese Isobel Gowdie

  

Una strega confessa della Savoia disse ai suoi inquisitori che ordinava semplicemente alla sua scopa: "Và! in nome del Diavolo và!".


Altri accessori altrettanto familiari erano il lungo mantello nero con cappuccio e calderone dove gorgogliava un intruglio, ed il mantello, nonostante la sua origine antica, non sembra aver avuto altra funzione al di fuori di preservare l'anonimato della strega, mentre il calderone era un accessorio indispensabile della magia.


Con gli intrugli disgustosi che bollivano nel suo calderone, la strega poteva preparare veleni letali, filtri magici o anche unguenti medicamentosi.


Fiore belladonna, unguento magico usato dalle streghe


Anne Marie de Georgel, una strega che viveva a Tolosa nel XIV secolo, ammise di aver preparato uno stufato a base di erbe velenose, pezzi di cadaveri di uomini ed animali e lembi di indumenti strappati ad un impiccato.


Gli atti del processo non rivelano a che cosa potesse servire il decotto, ma sicuramente non doveva essere benigno.


Le erbe usate in questi malefici intrugli andavano probabilmente raccolte quando la luna era calante e per produrre effetti benefici invece, si raccoglievano quando la luna era piena.


Per esempio, le foglie di alcune piante raccolte a luna piena ed accuratamente bollite, formavano un decotto destinato a migliorare i poteri di chiaroveggenza.


Per il loro sabba o convegni, le streghe si servivano anche di candele.


Al suo processo celebrato in Francia nel 1616, la strega Barthelemy Minguet di Brecy, descrisse una di queste cerimonie: "Quando i fedeli vanno all'offertorio, tengono in mano delle candele di pece nera date a loro dal Diavolo".


Nel rituale del sabba, non va dimenticato il "cerchio magico", che si tracciava al suolo con la punta di un coltello magico e servivano per unificare e potenziare il potere delle streghe.


 

Cerchio magico attorno al quale le streghe si riunivano

Per contenere i filtri magici, la strega poteva usare una normale bottiglia oppure servirsi di orci panciuti, che furono ritrovati a Londra, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, seppellite nelle fondamenta di vecchie case.


Contenevano capelli umani attorcigliati intorno a chiodi di metallo, ritagli di unghie e pezzi di stoffa a forma di cuore trafitti da spilli.


Nel 1886, venne alla luce nel Somerset, in Inghilterra, un altro accessorio appartenuto alle streghe, dove secondo un giornale del luogo, un'impresa di costruzioni aveva scoperto, in una camera segreta, un pezzo di corda lungo 1,5 metri nel quale erano state inserite penne d'oca, di corvo e di cornacchia, ed un vecchio abitante del villaggio disse che forse si trattava di una ghirlanda delle streghe, un oggetto comunemente usato per gettare il malocchio, (leggi qui il mio articolo sul malocchio).



IL PROCESSO DELLA FOLLIA: LE STREGHE DI SALEM



Durante le udienze del lungo processo di Salem, spesso e volentieri le accuse di stregoneria erano provocate da attacchi di isteria o da momenti di esaltazione che finivano per contaggiare accusati e testimoni



Anche nelle colonie americane, durante il XVII secolo, vi furono alcuni processi per stregoneria, ma essi non furono improntati al fanatismo che infieriva in Europa, finché non scoppio il caso di Salem.



I guai iniziarono a Salem durante il freddo inverno del 1692, che fu anche un anno di instabilità politica in tutta la colonia nella baia del Massachusetts.



I capi della colonia temevano che la dominazione puritana, fosse giunta al suo termine e con essa una società da tempo unita.



Tituba, una schiava delle Indie Occidentali, era solita intrattenere nella sua cucina, con trucchi, formule magiche e racconti misteriosi, la piccola Elizabeth Parris, che allora aveva nove anni ed era la figlia del pastore del luogo, e sua cugina Abigail, undicenne molto emotiva.
 


La presunta strega Tituba


Tituba prediceva l'avvenire studiando l'espandersi di un bianco d'uovo in un bicchier d'acqua, passatempo che dai puritani di allora era considerato una diavoleria, ma che affascinava le due fanciulle.


 

Elizabeth Parris detta Betty


Passato l'inverno, queste ultime iniziarono a comportarsi in modo strano: Elizabeth aveva frequenti crisi di pianto mentre Abigail prese a correre a quattro zampe abbaiando.



Altre ragazze di Salem, lamentavano vari disturbi ed un giorno, la dodicenne Ann Putnam raccontò di essere stata aggredita da una strega che cercava di tagliarle la testa con un coltello.


 

Ann Putnam che disse di essere stata aggredita da una strega che voleva decapitarla con un coltello


Il medico del villaggio, interpellato, non trovò nulla di anormale nelle ragazze e concluse che: "erano vittime delle forze del male".



Invano il reverendo Parris supplicò le ragazze a rivelare il nome delle streghe che le tormentavano e quando seppe dell'esistenza di una "torta delle streghe", cucinata dal marito di Tituba, con farina di segale impastata con l'urina delle ragazze, cacciò un tale urlo che Elizabeth fece il nome di Tituba.



Le altre ragazze si affrettarono ad aggiungere il nome di Sarah Good, una vecchia mendicante, fumatrice di pipa assai disprezzata dalla comunità e quello di Sarah Osborne, che aveva scandalizzato il villaggio, vivendo apertamente in concubinaggio con un uomo senza essere sposata.


Sarah Good fu incriminata nel processo di Salem per aver avuto una relazione con un uomo non essendo sposata


All'udienza, che ebbe luogo all'inizio di marzo, Tituba confessò di essere una strega e di essere stata lei od il suo spettro, ad assalire Ann Putnan con un coltello.


Ma la cosa più grave che affermò fu di non essere la sola strega del villaggio e che "un uomo alto proveniente da Boston", le aveva mostrato un libro in cui erano elencate tutte le streghe della colonia.


Questo diede il via alla caccia alle streghe e la precoce Ann e sua madre, accusarono di infanticidio la settantenne Rebecca Nurse.


Rebecca Nurse fu accusata di infanticio da Ann Putnam e da sua madre


Susanna Martin, fu accusata di aver stregato i buoi del suo vicino dopo una lite.


Susanna Martin fu accusata di aver stregato i buoi del suo vicino


Venne fatto anche il nome del reverendo George Burroughs, ex pastore del villaggio, come capo della congrega di streghe ed il capitano John Alden, fu identificato nell'uomo alto di Boston , di cui parlava Tituba.


Il Reverendo George Burroughs accusato di essere il capo delle streghe di Salem

Il Capitano John Alden fu identificato come l'uomo alto di Boston che sapeva i nomi di tutte le streghe della colonia


Nel giro di sette mesi, furono giustiziati sette uomini e tredici donne, molti sulla base di testimonianze di spiriti e spettri, (leggi il mio articolo in proposito).


Il reverendo Borroughs fu impiccato il 19 agosto e l'ottantenne Giles Cory, che si rifiutò di testimoniare, fu fatto morire lentamente schiacciato, sotto il peso di grosse pietre, mentre Tituba fu risparmiata e venduta dai Parris.


Giles Cory si rifiutò di testimoniare e fu fatto morire schiacciato da grossi massi


Quando le deliranti accuse raggiunsero i vertici della Società Coloniale ed accusato il Presidente dell'Università di Harvard, l'opinione pubblica cambiò e diciotto mesi dopo l'inizio dell'episodio, il governatore William Phips, graziò tutte le presunte streghe e da allora il nome di Salem è diventato il simbolo di follia collettiva.



DEMONI E FAMIGLI AL SERVIZIO DELLE STREGHE



Famiglio dalle sembianze di gatto


Secondo la leggenda, le streghe erano spesso assistite da folletti e demoni minori detti "famigli", che assumevano le sembianze di piccoli animali come gatti, rospi, cani, furetti e topi.

Questi aiutavano le streghe a realizzare le formula magiche e facevano ogni sorte di commissioni.

In uno dei primissimi processi inglesi per stregoneria, Elizabeth Francis di Chelmsford, processata nel 1556, confessò che il Diavolo le aveva dato un famiglio "nelle sembianze di un gatto pezzato di bianco ed ogniqualvolta faceva qualcosa per lei, il gatto chiedeva una goccia di sangue che ella gli dava pungendosi".

 

Elizabeth Francis Chelmsford con famigli dall'aspetto di rana


Il sospetto che una strega nutrisse il suo famiglio con il proprio sangue od il proprio latte, costituiva un elemento di prova fondamentale nei processi inglesi per stregoneria e si riteneva che il punto del corpo della strega dal quale il famiglio traeva sussistenza, fosse segnato da una specie di protuberanza, il "marchio della strega" o "sigillum diabuli", insensibile al dolore.


Una persona accusata di stregoneria, che venisse punta sul marchio della strega, senza provare dolore veniva considerata colpevole.


Matthew Hopkins, celebre per le sue capacità di scoprire il marchio della strega, fece un elenco dei famigli che scopriva e registrò i nomi come Vinegar Tom (Tom Aceto), Sack and Sugar (Sacco e Zucchero), Greedigut (Mangione) e Peckin il Corvo.


Matthew Hopkins il famigerato cacciatore di streghe inglese

Dal momento che si trattava di nomi che nessun mortale avrebbe potuto inventare, essi tradivano chiaramente la loro origine diabolica.



Lo stesso Hopkins, imperversò per un breve periodo intorno al 1640, mandando alla morte non più di qualche centinaio di persone ed a causa di un Decreto Parlamentare, fu costretto a rinunciare ai suoi primi metodi di identificazione delle streghe, ovvero gettare le indiziate legate nelle acque di un lago o di un fiume, per vedere se galleggiavano, per poterle dichiarare colpevoli.


Altro metodo da lui usato era quello di costringere le vittime a camminare costantemente, senza mangiare e dormire, finchè esauste od in delirio, confessavano di appartenere alla stregoneria.

Nel 1324, Lady Alice Kyteler, la donna più ricca di Kilkenny, venne accusata di stregoneria dal vescovo francescano Richard de Lacrede, sicuramente a causa dell'invidia per la sua ricchezza ed il suo potere.


La strega Lady Alice Kyteler


Tra le varie imputazioni vi era quella di rifiutare i dogmi della Chiesa, di sacrificare animali, di parodiare le cerimonie religiose servendosi delle parole "fi, fi, fi, amen", di preparare polveri ed unguenti a base di orribili vermi e di avere rapporti intimi con un uomo dalle sembianze di gatto o cane nero.



Pur essendo in qualche modo implicata in qualche sorta di rituale magico, Lady Alice si battè più volte contro le accuse mossegli dal vescovo, prima di decidere di cercare rifugio in Inghilterra, lasciando la sua serva Petronilla che fù torturata finchè non ammise che la sua padrona era una strega dedita a grandi orge notturne e per questo, il 3 novembre 1324, fù arsa viva e diventò una delle prime vittime della follia che, circa 200 anni dopo, avrebbe raggiunto in Europa proporzioni disastrose.



La comparsa di questa figura satanica, ovvero il seduttore che appariva in sembianze animalesche, portò ad un cambiamento dastrico nel concetto medievale dei diavoli e della demonologia.



Alan Kors ed Edward Peters, scrivono nella loro introduzione all'opera Witchcraft in Europe, 1100-1700, (Stregoneria in Europa): "Prima dell'avvento della filosofia scolastica e dei teologi sistematici, il ruolo dei demoni nelle vicende umane apparteneva ad un colorito folclore, e la loro attività poteva estrinsecarsi con interventi davvero raccapriccianti o perversi, ma comprendeva anche scherzi maliziosi e magari una serie di dispetti che tradivano un capriccioso umorismo".



Per San Tommaso d'Aquino ed i suoi contemporanei, invece, questo folclore divenne una dottrina della Chiesa complessa e rigorosa, dove i demoni erano gli angeli del male, in un esercito gerarchicamente organizzato al servizio di Satana ed impegnato nella perdizione dei credenti.


 

San Tommaso d'Aquino


Satana ed i suoi accoliti, potevano indurre gli esseri umani ad entrare al loro servizio e questi diventavano le streghe, gli agenti visibili al servizio del potere diabolico.



Un patto con il Diavolo ed una confessione resa sotto tortura, furono i principali ingredienti di un altro processo di stregoneria, che venne celebrato in Svizzera alla fine del XIV secolo.



In questo caso l'imputato era un uomo di nome Stedelen, il quale ammise, dopo tortura assieme ai membri della sua setta, di produrre malefici sotterrando una lucertola sotto una soglia per provocare sterilità o sacrificando un gallo nero al principe dei demoni in determinati crocevia per distruggere le messi con grandinate.



Norman Cohn, nel suo libro Europe's Inner Demons, (Demoni interni d'Europa), si immaginava la strega come una persona che praticava malefici al servizio del Diavolo, un essere misterioso che di notte volava nell'aria con propositi malvagi come divorare bambini e membro di una setta che teneva convegni periodici o sabba.



CERIMONIA DEL SABBA



Rappresentazione del Sabba del pittore Goya


Quando in Francia e Svizzera, nella prima metà del XV secolo, gli inquisitori, ecclesiastici e secolari, iniziarono a torturare e mandare al rogo le streghe, l'ipotesi di un sabba osceno e sacrilego, divenne un'indiscutibile credenza.

La parola sabba potrebbe derivare dal francese S'ebattre, ovvero folleggiare, oppure dall'ebraico Shabbat, che vuol dire sinagoga, visto che la cerimonia anticamente si chiamava così e sapeva di paganesimo ed eresia.

Da informazioni, strappate sotto tortura, si apprende che esistevano 4 grandi sabba annuali, il cui cerimoniale procedeva secondo un ordine molto rigido.

1) ASSEMBLEA: Si iniziava con l'assemblea vera e propria, che l'esperto Pierre de Lancre, ha descritto come "una fiera di mercanti venuti da ogni dove che si mescolavano tra loro, rabbiosi e semipazzi, una folla ondeggiante di circa 100.000 fedeli di Satana".


Il cacciatore di streghe Pierre de Lancre


2) OMAGGIO AL DIAVOLO: Poi veniva l'omaggio al Diavolo che poteva assumere le più svariate sembianze, mentre sedeva su un trono, le streghe si rivolgevano a lui in vari modi, inginocchiate supplicanti, in piedi voltandogli le spalle oppure calciavano verso l'alto in modo che la testa si piegasse all'indietro ed il mento puntasse verso il cielo.

Ma l'omaggio vero e proprio era l'osculum infame, (il bacio infame), che veniva dato sulla vagina della strega.

3) BANCHETTO: Successivamente avveniva il banchetto, con tavoli apparecchiati, dove i partecipanti sedevano ed iniziavano a mangiare il cibo procurato dal demonio oppure portato dagli stessi.

Il menu comprendeva portate come carni di fanciulli cotte ed approntate nella sinagoga, con aspetto ed odori che rivolterebbero lo stomaco più affamato.


 

CACCIATORI DI STREGHE ED IL MALLEUS MALEFICARUM


La bibbia dei cacciatori streghe il Malleus Maleficarum


I primi racconti di sabba ebbero un effetto provocatorio che contribuì ad alimentare il fuoco delle persecuzioni successive, infatti nel 1484 papa Innocenzo VIII scrisse nell'enciclica Summis Desiderantes Affectibus


"E' da poco giunto alla nostra attenzione, non senza amara tristezza, che molte persone di entrambi i sessi, dimentiche della propria salvezza ed allontanatesi dalla fede cattolica, hanno abusato di sé stesse con demoni maschi e femmini e con i loro incantesimi, malefici, evocazioni ed altri orridi sortilegi, enormità ed offese, distruggono il frutto del grembo delle donne, i piccoli dei greggi, le messi dei campi, l'uva dei vigneti ed i frutti degli alberi e uomini, donne, greggi ed altri animali, viti e meli, alberi, erba, grano ed altri frutti della terra, fanno si che uomini, donne, greggi ed animali soffrano e siano tormentati fuori e dentro e che gli uomini non generino e le donne non partoriscano ed essi impediscano l'amore coniugale di uomini e donne".


"Di conseguenza", annuncia il papa, "i nostri beneamati figli di Heinrich Institor e Jakob Sprenger, professori di teologia dell'Ordine dei Frati Predicatori, sono stati delegati come inquisitori di tali depravazioni eretiche".



 

La bolla papale Summis Desiderantes Affectibus


Questi due inviati Domenicani, scrissero  il famigerato "Malleus Maleficarum", (il maglio delle streghe), che George Lincon Burr, uno dei maggiori specialisti americani in materia di stregoneria, descrisse come "il terribile libro che fu maggior causa di sofferenze di qualsiasi altro testo scritto di penna umana". 


Malleus Maleficarum strega al rogo


La prima parte descrive le condizioni necessarie perchè vi sia stregoneria e ricusa sistematicamente gli argomenti che negano la realtà.

La seconda parte tratta dei metodi con i quali le Opere di Stregoneria sono foggiate e dirette e come possono essere felicemnete annullate e dissolte.

La terza parte, riferendosi a Procedimenti Giudiziari contro le Streghe, descrive nei particolari come quelle sciagurate devono essere identificate, rinviate a giudizio, interrogate, torturate, incriminate e giustiziate.

Il Malleus Maleficarum, fu stampato nel 1486, proprio quando nel 1455 fu inventata la stampa da parte di Gutenberg, che stampò la prima Bibbia nel 1456 e la nascita di questa nuova invenzione favorì l'espansione del libro, del fenomeno dei cacciatori di streghe, dell'inquisizione e di tutto ciò connesso.

Il Malleus riportò un successo che molti autori moderni invidierebbero: 16 edizioni stampate una dopo l'altra, in tedesco, 11 in francese, 2 in italiano e 6 in inglese.

Come dimostra il successo di questo libro, la follia della caccia alle streghe dilagò in tutta Europa.

Per gli autori del libro, nessun inganno era troppo subdolo e nessuna tortura troppo crudele quando si trattava di estorcere una confessione.

Uno dei più famosi discepoli del Malleus fu il giurista-filosofo francese Jean Bodin, (1529-1596),  che fu probabilmente il primo a formulare una definizione ufficiale di strega: "Qualcuno che, conoscendo le leggi di Dio, cerca di compiere determinati atti mediante un accordo con il Diavolo".


Il cacciatore di streghe Jean Bodin


Bodin era spaventosamente efficiente nel processare le presunte streghe e pur di estorcere confessioni, non rinunciava a torturare personalmente fanciulle ed invalide e proclamava che l'essere arse vive sul rogo era una morte troppo rapida per loro, visto che non durava più di mezz'ora.


Nel 1580, verso la fine della sua vita, Bodin scrisse un libro intitolato "Demonomania degli Stregoni", persino più duro e più insidiosamente circostanziato del Malleus, e fu ben accolto ed una vastissima risonanza e diffusione.


L'inquistore della Lorena, Nicolas Rémy, conosciuto anche come Nicolaus Remigius, era contemporaneo di Bodin e pur non eguagliandolo intellettualmente, fu certamente un suo pari nel campo della persecuzione.


L'inquisitore Nicolas Rémy conosciuto anche come Nicolaus Remigius,


Nei 15 anni durante i quali giudicò casi di stregoneria, si rese responsabile dell'esecuzione di circa 900 persone e nel 1582, quando gli morì il figlio maggiore, sospettò che si trattasse di un atto di stregoneria ed in seguito accusò e condannò una mendicante, da lui respinta poco prima che morisse il figlio.


Come diceva egli stesso: "le streghe somministrano il loro veleno nel modo più ingannevole. Se ne spalmano le mani e si aggrappano ai vestiti della loro vittima, come se la volessero intrattenere o propiziare".


Come Bodin, Rémy si ritirò dalla professione con tutti gli onori e scrisse un libro sulle sue esperienze ed il suo maggiore rimpianto nella vita, era di non aver eliminato il un maggior numero di streghe bambine.


Di tutti i cacciatori di streghe, il più implacabile fu senz'altro Peter Binsfeld, vescovo di Treves, in Germania, alla fine del XVI secolo.


La tomba del Vescovo tedesco Peter Binsfeld


Persecutore inesorabile di streghe, insisteva sul fatto che le torture blande non sortivano effetto e si dice che Binsfeld abbia mandato alla morte circa 6.500 tra uomini, donne e bambini.


Il suo Trattato sulle Confessioni dei Malfattori e delle Streghe, fu considerato da molti contemporanei, come una delle più grandi opere giuridiche del tempo.


Poche voci si levarono contro questa sanguinosa caccia alle streghe e quando lo studioso olandese Cornelius Loos, inorridito dall'enormità degli assassinii legalizzati di Binsfeld, tentò di protestare in nome dell'umanità, fu a sua volta condannato e venne costretto a ritrattare pubblicamente le proprie dichiarazioni.


Lo studioso olandese Cornelius Loos che si oppose ai roghi delle streghe



Il fatto che la maggior parte dei cacciatori di streghe credesse sinceramente alla rettitudine del proprio mandato, non rende la loro logica meno perversa, il loro pregiudizio meno smodato ed i loro metodi disumani meno raccapriccianti ai nostri occhi.



Pierre de Lancre, cacciatore ufficiale di Enrico IV per il regno di Navarra, era anche lui specializzato nell'individuare la presenza del satanismo e per ragioni che rimangono oscure, ma che sembrano aver avuto uno sfondo sessuale morboso, si convinse che 30.000 abitanti del distretto di Labourd, religiosi compresi, fossero tutti dediti alla stregoneria.



A tale notizia, migliaia di persone fuggirono di casa ed altre emigrarono perfino nel Nuovo Mondo, pur di sfuggire all'inevitabile repressione e nel giro di 4 mesi, de Lancre mandò sul rogo circa 600 dei pochi rimasti e poi tornò trionfalmente a Parigi per esservi nominato consigliere di Stato dal riconoscente Re Enrico IV.


Strega condannata al rogo dopo il processo



Nella città di Bamberg, la caccia alle streghe diventò un'industria locale e nel 1627, fu costruita una prigione speciale, chiamata la Hexenhaus, per rinchiudere le presunte streghe.


 

L'Hexenhaus di Bamberg


Le stampe di quel periodo la rappresentano come un edificio di pietra con una facciata decorata ed all'interno era dotata di due cappelle, una camera di tortura e celle per 40 streghe.



Queste ultime venivano processate e giustiziate con una tale solerzia che nel giro di 4 anni vi passarano circa 400 accusate.




CACCIA ALLE STREGHE: UN AFFARE REDDITIZIO ED IL COINVOLGIMENTO DI INNOCENTI


Non dimentichiamo che uno dei fattori scatenanti la caccia alle streghe fu l'avidità, in quanto tutto questo era redditizio.


Era abituale confiscare beni delle streghe incriminate e, dopo everne dedotto il costo del processo e dell'esecuzione, consegnarli all'autorità.


Con l'aumentare delle torture, il "fare nomi", il coinvolgere altre persone, divenne una pratica comune.


Uno studioso nell'esaminare i processi di circa 300 streghe, scoprì che ognuna di esse ne nominava in media altre 20, fornendo così ad un solo tribunale locale un elenco di 6.000 vittime in circa 6 o 7 anni.


Uno degli esempi più toccanti della tragedia di queste denuncie dovute alla tortura, è espresso in queste patetiche parole rivolte da una vittima tedesca alla moglie di un cittadino, una donna completamente estranea alle attività occulte: "Non ti ho mai vista ad un sabba, ma per mettere fine alla tortura dovevo pur accusare qualcuno. Mi sei venuta in mente, perchè, quando mi portarono in prigione, ti incontrai e mi dicesti che non avresti mai creduto questo su di me. Ti chiedo perdono, ma se fossi torturata ancora, tornerei ad accusarti".


i furono tuttavia alcuni uomini coraggiosi che incominciarono ad opporsi a tale stato di cose, anche a rischio della propria vita.


Johann Wier, ritenuto da alcuni padre della psichiatria, era uno di loro ed asserì, in un libro pubblicato nel 1563, "che l'ossessione e la superstizione, trasformavano i giudici ed i teologi in assassini, che gli accusati dovevano essere trattati umanamente ed esaminati da un medico, e che le malattie mentali avevano un ruolo essenziale in alcuni casi di stregoneria".


I cattolici misero il libro di Wier all'indice ed i protestanti gli diedero fuoco.


 

Johann Wier si oppose ai processi delle streghe


Tra il 1626 ed il 1628, nella città di Paderborn, il padre gesuita Friedrich Spee, accompagnò circa 200 vittime al rogo e nel 1631, pubblicò, in veste anonima, un volume nel quale indicava un metodo infallibile per scoprire le streghe.


"Bastava la tortura", diceva, "poichè se questa fosse stata applicata a gesuiti, vescovi o membri di qualsiasi ordine religioso, anche loro avrebbero confessato di appartenere alla stregoneria".


Friedrich Spee von Langenfeld è stato un gesuita e scrittore tedesco, famoso per aver denunciato gli abusi commessi nei processi per stregoneria e come autore di inni religiosi


Spiegava, inoltre, perchè le vittime innocenti si rifiutavano di ritrattare le loro confessioni al rogo, perchè se lo avessero fatto sarebbero state arse vive, invece non ritrattando le accuse venivano prima strangolate per poi essere arse vive già morte.




ABOLIZIONE E FINE DEI PROCESSI PER STREGONERIA


L'Inghilterra abolì le persecuzioni contro le streghe nel 1684, la Francia nel 1745, la Germania nel 1775, la Spagna nel 1781, la Svizzera nel 1782 e la Polonia condannò a morte l'ultima strega nel 1793.


Anche in Italia i processi per stregoneria si protassero sino alla metà del '700, specie in Piemonte, dove le streghe erano dette "masche".


In questa regione, la prima strega ad essere mandata al rogo fu una certa Lorenza di Cumiana, arsa viva nel 1320.


Nel 1742 si celebrò invece l'ultimo processo per stregoneria e precisamente a Chianocco in Val di Susa.


L'imputata, Margherita Righetto, ne uscì dapprima assolta, ma subito dopo venne di nuovo imprigionata, sotto analoghe imputazioni.


Fortunatamente non dovette subire l'orrendo supplizio, poichè fu condannata ad una pena detentiva e morì in carcere nel 1746, per cause naturali.




RESOCONTI ATTENDIBILI SU CONVEGNI DI STREGHE O SABBA



La notte di Valpurga, dal 30 Aprile al 1 Maggio, è una delle notti in cui si dice che le streghe volino verso i loro Sabba dove si sollazzano ed adorano il Diavolo


Nel 1588 nella città di Bernau, nel sudovest della Germania, in una taverna il vino spariva inspiegabilmente.


Per far luce sul mistero, l'oste si nascose in cantina e quella stessa notte vide 17 vecchie che si versavano del vino e bevevano assieme allegramente, secondo una loro consuetudine prestabilita.


Si dice che al processo le donne abbiano ammesso che quelle erano cose che facevano da anni, e furono arse vive, ma i loro congiunti ripagarono la città con la stessa moneta, dando fuco a circa 120 case.

Ma si trattava davvero di un convegno di streghe o più semplicemente di una diceria popolare che dava corpo alle paure di un villaggio nella Foresta Nera?


Un altro racconto, tratto da documenti di archivio e riportato da Carlo Ginzburg, riferisce che verso la metà del XVI secolo, nei dintorni di Venezia, un gruppo di uomini e donne, detti i "benandanti", combattevano tutti gli anni un certo numero di battaglie simboliche contro le forze del male, i demoni, gli spiriti e le altre entità maligne, nell'intento di proteggere i raccolti.


Immagine raffigurante i benandanti


Spesso uscivano di notte per difendere la fertilità dei loro campi, finchè l'Inquisizione iniziò a domandarsi, come mai dei veri cristiani uscivano di notte, quando avrebbero dovuto essere a letto, e come potevano combattere contro le streghe senza ricorrere anche loro alla stregoneria.


Secondo Ginzburg i benandanti iniziarono a chiederselo e finirino per considerarsi loro stessi, più come una confraternita di stregoni che non come un ordine protettore della fertilità.




STUDI SUI MOTIVI DELLA CACCIA ALLE STREGHE



Il patto con il Diavolo distingueva la strega dal semplice mago



Lo storico inglese Alan MacFarlane, esaminò circa 1.200 casi di stregoneria tratti dagli archivi dei tribunali e da libelli della contea dell'Essex, nei 120 anni successivi al 1560.


Scoprì che la denuncia più ricorrente, proveniva in genere da un cittadino del luogo che, dopo aver rifiutato il suo aiuto ad una vicina, spesso una vecchia od una persona sola, riteneva poi di essere stato oggetto di qualche sortileggio.


MacFarlane scrive: "Era la vittima ad aver apertamente infranto rapporti di buon vicinato, anzichè la strega. Era la vittima ad avere buone ragioni di sentirsi in colpa per aver respinto una vicina e la persona sospettata, diventava così oggetto di odio per essere stata la causa di quel sentimento".


Alan MacFarlane fu uno dei primi studiosi a comprendere le cause della caccia alle streghe


Allargando la sua teoria ipotizza che, questi scambi rigetto-accusa, fossero un mezzo corrente per interrompere dei rapporti che erano diventati imbarazzanti, forse a seguito di qualche cambiamento nella struttura della comunità rurale.


Un altro autorevole studio fu condotto da H.C. Erik Midelfort, sui processi avvenuti nel sudovest della Germania, tra il 1562 ed il 1684.


Emerse che le donne più spesso accusate di stregoneria avevano due caratteristiche in comune:


1) la malinconia, cioè uno stato depressivo, occasionalmente caratterizzato da dichiarazioni oscure e minacciose accompagnate da comportamenti strani;


2) l'isolamento, a cui erano poste le presunte streghe nel preparare pozioni od adorazioni del Demonio.


Secondo il professor H. C. Erik Midelfort le streghe avevano due caratteristiche: l'isolamento e la malinconia



Anche il professor Richard A. Horsley, dell'Università del Massachusetts, studiò gli archivi giudiziari in Austria, Svizzera, nella Lorena ed in Inghilterra, per mettere in luce una terza caratteristica: il fatto che le streghe non coincidevano con gli indovini guaritori nelle comunità rurali, e fra i due erano gli indovini-guaritori, comprese le levatrici, quasi esclusivamente donne, che venivano più spesso accusati.


Horsley dice che: "In alcune regioni d'Europa, a giudicare dai documenti rimasti, sembra che gli indovini ed i guaritori abbiano fornito una buona metà delle vittime".


Il professor Richard A. Horsley dice che la maggior parte delle vittime erano indovini e guaritori


L'autrice del libro Witchcraft, (Stregoneria), Lucy Mair, nella sua opera descrive e distingue 6 grandi categorie di presunte streghe:


1) le persone socialmente emarginate;
2) le persone fisicamente svantaggiate;
3) le persone che avevano successo;
4) gli approfittatori;
5) i nemici personali;
6) i forestieri.

Tutte queste categorie fornirono, sicuramente, delle vittime ai cacciatori di streghe e per alcune intervenne un altro fattore: la pratica della magia.

Le persone che praticavano magia esistevano davvero e, benchè il loro numero fosse esiguo rispetto al totale delle vittime, esse esercitavano un certo potere sull'ambiente, non fosse altro che per suggestione.


La scrittrice ed antropologa Lucy Mair ipotizza 6 categorie di streghe




PERCHE' LA MAGGIOR PARTE DELLE VITTIME ERANO DONNE


Ecate, la dea greca dei fantasmi e delle streghe circondata dai suoi adoratori in questo dipinto di Blake


Molti scrittori, ispirandosi alle teorie di Freud, hanno proposto varie spiegazioni psicologiche.

Per molti versi, la sessualità era al centro della credenza nella stregoneria, ed il mezzo usato dal demonio per reclutare i suoi addetti era la seduzione e le orge periodiche dei sabba erano il compenso per i loro fedeli servizi, come magia sessuale.

Lo storico Henry C. Lea, scriveva: "La curiosità dei giudici nel voler scoprire la maggior quantità possibile di particolari sui rapporti sessuali delle streghe era insaziabile e la loro diligenza nel forzare gli interrogatori veniva ricompensata da una messe di ripugnanti fantasie erotiche".

 

Henry Charles Lea scriveva che i giudici erano ossessionati dal voler scoprire sempre più particolari sui rapporti sessuali delle streghe

 

Altri storici autorevoli, come Hugh Trevor-Roper, ritengono d'altra parte che la follia della persecuzione contro le streghe, fosse dovuta a severe costrizioni sociali, e gli uomini incominciarono a scoprire ed a punire le streghe, in un periodo in cui le condizioni di vita avevano raggiunto i limiti della sopportabilità.


Secondo Hugh Trevor-Roper, le condizioni ambientali, sociali e storiche hanno amplificato e dato il via al fenomeno delle streghe

I quattro cavalieri dell'Apocalisse cavalcavano sulla Terra e la peste nera, che aveva infierito sull'Europa nel 1348, aveva ridotto la popolazione a tal punto che ci vollero circa 200 anni per ritornare al livello precedente.


Le guerre erano endemiche e la semplice sopravvivenza era talmente precaria, che un solo cattivo raccolto poteva condannare un'intera regione a morire di fame.


Questo può spiegare per quale ragione, l'evocazione di un temporale da parte delle streghe, era considerata come uno dei crimini più efferati.


Lo psichiatra Gregory Zilboorg, aggiunge anche che la caccia alle streghe fu "una reazione contro i segni preoccupanti di instabilità crescente dell'ordine costituito".


Lo psichiatra Gregory Zilboorg

Perfino ai tempi nostri, le calamità naturali sono spesso all'origine di persecuzioni nei riguardi di innocenti capri espiatori, come ad esempio, in Giappone nel 1923, la responsabilità del terremoto del Kwanto, fu attribuita alle poche centinaia di immigrati coreani che vivevano a Tokio.

Tuttavia, la stregoneria, pur essendo un prodotto della misoginia e delle agitazioni di una società che attraversava un'epoca tumultuosa, era anche considerata come un'eresia, ovvero come il rinnegamento della Chiesa.

Realtà amara questa, che, secondo alcuni studiosi, pone il fenomeno al di fuori del folclore, della sociologia e dell'antropologia e lo fa rientrare, irrevocabilmente, nel campo della teologia.

George Lincon Burr, scrive a tal proposito: "Che la stregoneria fosse eresia e che la persecuzione contro la stregoneria, fosse una persecuzione contro l'eresia, è un fatto che non ricorderemo mai abbastanza, perchè è l'essenza stessa della questione".

 

Per lo storico George Lincoln Burr la persecuzione alla stregoneria era la persecuzione all'eresia

Un interessante studio sulla stregoneria in Russia, contribuisce a mettere in risalto gli effetti insidiosi di tale giustificazione religiosa, perchè, sotto alcuni aspetti, la stregoneria in Russia era sorprendentemente simile a quella del resto d'Europa.

Già nel XII secolo un viaggiatore arabao riferiva:" Ogni 20 anni, le vecchie di questo Paese, sono incolpate di stregoneria e ciò causa grave preoccupazione tra gli abitanti. Allora, prendono tutte quelle donne che si trovano in zona e le gettano, con i polsi ed i piedi legati assieme, in un grande fiume che passa di lì. Quelle che rimangono a galla vengono considerate streghe e bruciate, quelle che al contrario affondano, sono dichiarate innocenti di atti di stregoneria e lasciate libere".

Questo è un resoconto notevolmente accurato di caccia alle streghe, tre secoli prima delle persecuzioni europee.

Ma Russell Zguta mette in rilievo alcune peculiarità della stregoneria russa: la frequenza con la quale nei processi il numero degli uomini supera quello delle donne, il tasso relativamente alto di assoluzioni in alcuni processi, l'assenza di persecuzioni contro i bambini ed il fatto che le streghe non erano considerate eretiche.


Per Russell Zguta in Russia le streghe non erano state perseguite come in Europa


Egli scrive che: "Senza Satana e senza il sabba, le streghe russe non presentavano alcuna rassomiglianza, o ben poca, con le loro colleghe continentali e la strega russa poteva essere processata e punita, un pò come la strega inglese, per il reato penale di stregoneria maligna, ma non per eresia".











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