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lunedì 23 novembre 2020

DITTATORI DEL 900 - JOSEPH STALIN

 

 JOSEPH STALIN


DITTATORI DEL 900

Joseph Stalin

 

 RUSSIA 1917 DAI ROMANOV A LENIN

 

Per 300 anni l'autocratica dinastia dei Romananov governa la Russia con il pugno di ferro, ma la cocente sconfitta nella Prima Guerra Mondiale e i problemi economici interni, fanno si che lo Zar Nicola II, perda autorevolezza.

zar nicola II

Zar Nicola II

Il paese è maturo per una rivoluzione quando, nell'ottobre del 1917, il Partito Comunista Bolscevico conquista il Palazzo d'Inverno e prende il controllo della Nazione.

Palazzo d'Inverno

Sotto la guida del leader rivoluzionario Vladimir Lenin, il governo Marxista da inizio ad una guerra civile per restare al potere, ma sono circondati ovunque da nemici.

Vladimir Lenin

L'unico modo per sopravvivere è usare estremismo, terrore e malvagità.

Tra gli uomini che competono per un posto di riguardo nel regime di Lenin, c'è il futuro dittatore sovietico Joseph Stalin o Iosif Stalin.


BIOGRAFIA E PENSIERO DI JOSEPH LENIN

 

Nato Iosif Vissarionovič Džugašvili, l'uomo che diventerà Stalin non è neanche russo, ma georgiano, nato a Gori da una famiglia povera nel 1878 ai confini dell'Impero Russo.

Gori città natale di Stalin

Era uomo di circa 1,60 metri che ha sempre sofferto del "Complesso di Napoleone" o "Sindrome di Napoleone", ovvero un complesso di inferiorità dato dalla bassa statura.

Voleva essere sempre il numero uno e non ammetteva i suoi errori, credendo in sè stesso in maniera smisurata.

Il giovane Joseph riceve la migliore istruzione in un seminario ortodosso russo, poichè sua madre vuole diventi prete ma lui la pensa diversamente.

Mentre era in seminario, diventa ateo ed inizia a studiare le opere di Karl Marx, autore del manifesto del partito comunista e molto apprezzato nei circoli radicali europei, ed i suoi scritti aprono la mente a Stalin alla possibilità di una rivoluzione contro il regime zarista.

Karl Marx

All'età di 20 anni lascia il seminario per diventare militante politico nel Movimento Marxista Georgiano, a quei tempi illegale.

Ma cercare di rovesciare il regime zarista non è cosa da poco, perchè la polizia segreta l'"Ochrana" è sempre alla ricerca dei sovversivi.

La vita di un cospiratore clandestino marxista non è facile, deve cambiare costantemente nome, traslocare di continuo, avere relazione d'amore fugaci e senza futuro, non ci si può fidare di nessuno.

Intriso di idealismo, Stalin adotta il nome in codice "Koba", (verrà chiamato anche Koba il terribile), in onore del romanzo georgiano Ottseubijtsa, L’assassino del padre, dell'autore Aleksandr Kazbegi, dove il protagonista porta avanti la lotta per l'indipendenza della sua patria, e/o in onore del re persiano Kobades, che conquistò la Georgia orientale alla fine del V secolo, iniziando ad organizzare gli operai per destabilizzare il regime zarista.

Si reca a Batumi, sede di una raffineria sul Mar Nero, dove erano concentrati migliaia di operai, organizzando una serie di scioperi.

Pozzi petroliferi di Batumi negli anni '20

Nel 1902 gli operai in sciopero affrontano le autorità e la polizia apre il fuoco, uccidendone 15 e ferendone molti altri.

Stalin ne esce illeso ma si prende cura dei feriti, non preoccupandosi dei morti in strada e rendendosi conto che la violenza è la chiave del successo per conquistare la Russia.

 

 INCONTRO TRA LENIN E STALIN

 

L'attivismo di Stalin non passa inosservato e viene invitato a conoscere Vladimir Lenin, l'uomo che lui considera "L'Aquila della Rivoluzione".

Lenin vede in Stalin un uomo leale e devoto alla causa, che sa quando deve sporcarsi le mani e gli affida la missione di raccogliere fondi per la rivoluzione.

Stalin si reca per questo nella città portuale di Baku, dove vivono molti ricchi petrolieri, intenzionato a svuotare le casse di quest'ultimi.

Deposito di stoccaggio e trasporto del petrolio a Baku

Si mette a capo di una banda di rapinatori, gestendo vari bordelli, estorcendo denaro, minacciando le persone, rapinando banche e gestendo il racket, entrando a far parte della lista nera della polizia segreta zarista.


STALIN SPOSA EKATERINA SVANIDZE


Nel luglio del 1906 si innamora di Ekaterina Svanidze, sorella di un compagno di partito e la sposa in segreto, dando a Stalin un figlio di nome Jakov Iosifovič Džugašvili, ma qualche mese dopo la donna contrae il tifo e muore.

Ekaterina Svanidze

Sofferente e devastato per la perdita della moglie, Stalin disse che alla sua morte erano morti anche tutti i suoi sentimenti, che lei era riuscita ad instillare nel suo cuore di pietra.

Ma svanito il dolore Stalin promette a sè stesso di non permettere più a nessuno di toccargli il cuore, che gli tornerà utile in seguito nella sua ascesa al potere.

Nel 1906 a San Pietroburgo, il regime dello Zar Nicola II è in grave difficoltà a causa di un'ondata di scioperi, problemi econimici ed un tentativo di rivoluzione.

Introduce il Parlamento detto "La Duma di Stato", dando una parvenza di democrazia, mentre il partito bolscevico di Lenin conquista dei seggi.

Stalin passa anni in carcere ed in esilio, mentre il suo amico Roman Malinovsky diventa il leader dei bolsceviti all'interno della Duma.

Roman Malinovsky

ESILIO E TRADIMENTO DI MALINOVSKY


Nel 1912 Stalin fugge dall'esilio e si dirige verso la capitale, in cerca di una base operativa sicura, andando per prima cosa a cercare il suo amico Malinovsky, nel quale pone piena fiducia e stima.

Ma Malinovsky è il più pagato agente segreto della polizia dello Zar, l'Ochrana, cosa di cui Stalin è all'oscuro.

Malinovsky invita Stalin ad una cena di raccolta fondi il quale accetta di buon grado, ma durante la serata viene arrestato e condannato all'esilio.

Tradito da una persona di cui si fidava ciecamente, inizia a pensare che tutti coloro intorno a lui, anche i più fidati compagni di partito, tramino contro di lui.

Viene mandato in Siberia dove viene ignorato dai compagni di partito, che non l'aiutano nella fuga e, dentro di sè, Stalin cova molta rabbia per essere stato tradito e dimenticato, pensando soltanto al modo di vendicarsi, credendo di essere superiore e volendolo dimostrare a tutti.

Per 4 anni resta confinato nelle vaste lande della Siberia e il cuore gli diventa gelido e selvaggio, come il paesaggio che lo circonda.

Le scorte di cibo erano limitate e ogni notte si aggiravano dei lupi affamati alla ricerca di avanzi, ed i lupi famelici tormenteranno Stalin fino alla fine dei suoi giorni.

Un tema ricorrente nei suoi disegni erano i lupi feroci, che disegnava con le zanne esposte ringhianti, tanto che più tardi Winston Churchill dirà di lui che c'era qualcosa che ricordava il lupo in lui, un riconoscimento di un lato estremamente selvaggio della sua personalità.

Lupi disegnati da Stalin


STALIN SEGRETARIO GENERALE DEL PARTITO COMUNISTA


Quando nel 1917 i bolsceviti prendono il potere, Stalin torna nella capitale pronto ad assumere il ruolo che gli spetta, nel nuovo governo comunista di Lenin e per lui la violenza non era solo il mezzo ma era il fine, vincere significava distruggere il nemico, abbandona il suo nome di nascita e diventa ufficialmente Joseph Stalin, che significa "Uomo d'Acciaio".

Diventa membro del comitato centrale del Partito Comunista ed uno dei dirigenti più vicini a Lenin, ma non ha nè esperienza nè popolarità cosa che lo pregiudica quando Lenin assegna i ruoli principali ai due membri del triumvirato dirigente.

Il carismatico Leon Trotsky o Lev Trockij o Lev Trotsky che, ad una riunione di partito mostra altezzosamente di non riconoscere Stalin, è a capo degli Affari Esteri e dell'Armata Rossa.

Leon Trotsky

L'insegnante divenuto rivoluzionario Lev Kamenev, diventa Sindaco di Mosca e vice di Lenin e, Stalin, non viene considerato dagli intellettuali marxisti nè da parte delle alte sfere politiche.

Lev Kamenev

Lenin ammira le capacità organizzative di Stalin e gli assegna un ruolo amministrativo: Segretario Generale del Partito Comunista, un incarico noioso che nessuno voleva occupare.

Mentre Kamenev e Trotsky ricoprono ruoli politici a lui viene assegnato un incarico più burocratico, lasciandolo lavorare nell'ombra mentre gli altri si prendono la gloria.

Ma presto di rende conto del fatto che in realtà, il segretario generale detiene le chiavi del potere, poichè decide chi invitare alle riunioni, di cosa parlare e stabilisce l'ordine del giorno.

La nuova Unione Sovietica è gestita da un Comitato e controllarne l'agenda significa avere il controllo su tutto ed, in maniera graduale, ha iniziato a gestire gli appuntamenti, riuscendo a posizionare i suoi uomini fidati nei vari comitati.

Ottenuta la maggioranza del comitato centrale, sarebbe stato facile diventare il numero uno.

Mentre Lenin e i suoi fedelissimi sono distratti dai problemi di gestione di un paese che è stato oppresso per anni e che sta uscendo da una guerra civile, Stalin costruisce le basi del suo potere ed attende pazientemente il suo momento, meditando vendetta contro gli intellettuali snob che lo avevano messo da parte.


FUNERALI DI LENIN ED ASCESA AL POTERE DI STALIN


Nel gennaio del 1924 a Mosca muore Lenin, in seguito ad un'emorragia celebrale, e Stalin è tra i dirigenti di partito che accompagnano il suo feretro alla destinazione finale, ma al funerale c'è un'assenza importante quella di Leon Trotsky, il segretario generale non lo ha invitato.

Stalin al funerale di Lenin

Stalin comunica appositamente una data sbagliata per fare in modo che Trotsky non sia presente, facendolo apparire come un leninista ostile che non si è presentato al funerale del leader.

In assenza di Trotsky è Stalin ad enunciare l'elogio funebre:

"A te grande Lenin dobbiamo ciò che abbiamo, a te grande Lenin dedichiamo le nostre vite, a te ecc...", cominicando in questo modo di essere lui il suo erede naturale.

Sebbene sia ufficialmente soltanto il segretario generale, ha abbastanza uomini nei posti chiave da essere nominato successore di Lenin e adesso può vendicarsi dei suoi rivali, primo fra tutti Leon Trotsky.

 

ELIMINAZIONE DI TROTSKY DA PARTE DI STALIN


Trotsky all'ospedale dopo essere stato ferito a morte

A Trotsky fù comunicato che non era gradito nella capitale e fù messo su un treno per poi rifugiarsi oltre Oceano, approdando in Messico, dove Stalin invia un sicario per eliminarlo.

Per il suo 50° compleanno, il 18 dicembre del 1929, Stalin è al potere mantenendo l'umile titolo di segretario generale, ma di fatto l'uomo più influente dell'Unione Sovietica.

Ma nonostante ciò, il paese è ancora disperatamente arretrato ed il nuovo leader decide di somministrare una spietata cura marxista ed il primo settore interessato è l'agricoltura, poichè era convinto che i contadini russi non fossero abbastanza produttivi e potessero essere sostituiti dai trattori.

Nel dicembre del 1949 Stalin scatena i braccianti più poveri contro i proprietari terrieri, i cosidetti "Kulaki", che dovevano essere sterminati.

Poi, in nome della liberazione costringe i contadini a lavorare negli sterminati campi delle fattorie collettive, confiscando il grano per sfamare gli operai nelle città e per venderlo all'estero.

 

CARESTIA RUSSA ANNI '30


I video di propaganda dipingono le fattorie collettive come un grande trionfo, ma la realtà è completamente diversa, la produzione precipita e l'Unione Sovietica è colpita da una carestia e nel 1933 c'erano fenomeni di cannibalismo nel sud della Russia.


Cannibalismo della carestia russa degli anni '30

A Stalin non interessa la decimazione dei contadini perchè è il prezzo da pagare per la rivoluzione e secondo lui "la morte di un uomo non è una tragedia, la morte di un milione di persone è statistica".

Nelle città, le notizie relative alla carestia, non vengono diffuse ma iniziano a circolare nei canali non ufficiali.

Una sera al Cremlino, Stalin è a cena con la sua seconda moglie Nadia o Nadežda Sergeevna Allilueva, alla quale sono giunte delle voci sulla portata della carestia, in quanto il dittatore teneva all'oscuro anche la sua famiglia dai fatti reali.

Nadežda Sergeevna Allilueva


Si guardarono fissi a tavola e poi lei si alzò ed uscì inferocita e, più tardi nella sua camera, scrive una lettera in cui condanna Stalin e successivamente si spara un colpo di pistola alla testa e muore.

Ma per lui il suo suicidio non è una tragedia bensì un tradimento, poichè lei non aveva condiviso il suo pensiero e le sue idee ed ufficialmente la sua morte fù appendicite.

Feretro di Nadežda Sergeevna Allilueva


LE GRANDI PURGHE DI STALIN


Nel gennaio del 1934 Stalin convoca a Mosca l'organismo decisionale supremo dell'Unione Sovietica, il Congresso del Partito.

Sergej Mironovič Kirov

Una delle persone convocate è un fedele sostenitore è Sergej Mironovič Kirov al quale Stalin conferisce il ruolo di Capo del Partito di Leningrado.

Diventato un tiranno paranoico, Stalin crede che Kirov sia diventato troppo popolare tra i delegati del partito e che un giorno potrebbe diventare un suo rivale o tradire la rivoluzione come Malinovsky, quindi va rimosso.

Feretro di Sergej Mironovič Kirov

Il 1 dicembre del 1934 Kirov entra nel suo ufficio a Leningrado, ma viene ucciso con alcuni colpi di pistola da Leonid Nikolaev, un giovane membro del partito.

Il leader del partito coglie questa opportunità e si sbarazza di tutti i vecchi rivali, attribuendo la responsabilità ai nemici dell'uccisione di Kirov ed arrestando l'ex vice di Lenin, ovvero Lev Kamenev ed i suoi sostenitori.

Leonid Nikolaev

Vengono accusati di tradimento e di aver cospirato per l'omicidio di Kirov, ma Kamenev, ha un passato immacolato ed ha militato nel partito al fianco di Lenin, quindi per rendere credibili le accuse, Stalin ha bisogno di una confessione.

Kemenev e gli altri dirigenti del partito, vengono prelevati dalla prigione del Cremlino e gli viene fatta un'offerta: accettare il proprio destino e dire ciò che il partito chiede, risparmiando le loro famiglie da morte certa.

Stalin ottiene le confessioni e mette sotto processo Kamenev e gli altri 15 dirigenti, i quali vengono giustiziati.

Successivamente, inscena altri 2 processi per i membri del partito più in vista, mentre altri avvengono arresti e poi giustiziati.

Elimina oltre 1.000 rappresentanti del partito, tra quelli presenti al congresso e, per quanto riguarda il comitato composto da 45 membri, 2 anni dopo ne resteranno soltanto 11.

Le Grandi Purghe investono chiunque osi sfidare il potere di Stalin, tra cui più della metà Ufficiali dell'Esercito, ma ancora non si sente al sicuro, perchè ci sono altri testimoni del suo fallimento come leader, ovvero il Popolo Sovietico.

Ci sono migliaia di superstiti della rivoluzione e degli anni che ne sono seguiti, che ricordano bene la verità, ma adesso sono costretti a dimenticare.

Dopo le grandi purghe, Stalin dà il via al grande terrore, la polizia segreta NKVD, antecendente il KGB, ha il compito di ripulire il paese dai cosidetti traditori.

Simbolo NKVD della polizia segreta di Stalin

Stabiliva chi doveva essere arrestato, i cosidetti "Bersagli" come li chiamava Stalin, ed ogni città e provincia aveva i suoi, non importava chi fossero ma bisognava ucciderli.

Su 44.000 nomi c'erano le iniziali di Stalin, a cui aggiungeva nomignoli come rifiuto, prostituta, se lo merita, non limitandosi alla popolazione adulta ma eliminando ogni rapporto di lealtà che non sia nei suoi confronti, attaccando la famiglia.

I bambini dovevano sentirsi prima figli di Stalin e poi dei loro genitori e se, i genitori erano sospetti, gli insegnanti chiedevano loro di riportarli alle autorità, e ci sono centinaia di storie di bambini che tradirono i loro stessi genitori.

Vengono giustiziate almeno 700.000 persone e milioni di persone sono inviate nei campi di lavoro russi chiamati "Gulag" e nessuno osa sfidare l'autorità di Stalin, divenendo lo Zar dell'Unione Sovietica.


HITLER IL NEMICO DI STALIN


Al di fuori della Russia c'è un nuovo nemico in ascesa Adolf Hilter, l'unico uomo che può essere paragonato a Stalin, in termini di empatia e disprezzo per l'umanità, determinato a spazzare via il Comunismo e i Bolsceviti.

Adolf Hitler

Tuttavia, nel 1949, Stalin sigla un accordo con Hitler, spartendosi l'Europa orientale con un patto di non belligeranza, nella convinzione che se Germania e Russia avessero collaborato assieme avrebbero conquistato il Mondo.

Nel 1940 i Nazisti occupano la Francia e Stalin crede che l'Unione Sovietica sia al sicuro, perchè Hitler non ha intenzione di combattere su più fronti, un errore che pagherà molto caro.

Nell'estate del 1941, Hitler lancia l'"Operazione Barbarossa" ed invade la Russia, con i carri armati nazisti che avanzano velocemente verso Mosca e nella prima settimana i tedeschi fanno oltre 100.000 prigionieri.

Stalin si ritira nella casa di campagna, nota come "Dacia di Kuntsevo", dove viene raggiunto da una delegazione di uomini a lui vicini, ai quali disse: "Lenin ha costruito lo Stato e noi lo perderemo".

Dacia di Kuntsevo

Allora quegli uomini risposero: "Compagno Stalin abbiamo bisogno di te, della tua guida" e lui a quelle parole si fece forza e tornò alla guida del paese, prendendo il controllo totale delle operazioni belliche.

Stalin conosceva bene come uccidere le persone ma non sa come si affronta una vera guerra, infatti perse molte armate e divisioni, con centinaia di migliaia di soldati russi che vengono massacrati, mentre i nazisti conquistano ampie porzioni di territorio russo.

Solo dopo 1 anno o 2 Stalin si rende conto che deve abbandonare il comando dell'esercito e concentrarsi sul rifornimento dei carri armati.

 

 JACKOV STALIN VIENE CATTURATO DAI NAZISTI


Il suo primogenito Jakov sta combattendo al fronte e nel 1941 viene catturato dai tedeschi, per i quali era una sorta di trofeo, con il quale contrattare un eventuale rilascio di alcuni generali in cambio di Jakov.

Jakov Iosifovič Džugašvili

Ma Stalin rispose che non avrebbe scambiato generali per un soldato semplice e Jakov si tolse la vita, gettandosi sul filo spinato ad alta tensione, dove era momentameamente recluso.

Lui è uno degli oltre 20 milioni di cittadini sovietici che hanno dato la vita per combattere i nazisti, mentre per il loro leader sono semplicemente dei numeri.

Tutti i popoli invasori della Russia, ad eccezione dei Mongoli, da Napoleone a Hitler, non avevano tenuto conto della stagione invernale, visto che le steppe innevate in quel periodo favorivano l'avanzata russa, che era abituata a quel clima e a quelle condizioni, respingendo gli attacchi tedeschi che sono allo stremo delle forze.

Il 2 maggio del 1945, le truppe sovietiche entrano a Berlino e la guerra finisce, ma un nuovo conflitto sta per iniziare.

I russi conquistano Berlino

 LA GUERRA FREDDA


Il 17 luglio del 1945 a Postdam in Germania, Stalin incontra il Presidente degli Stati Uniti, Harry Truman, (Leggi qui il mio articolo in proposito), ed i primi ministri inglesi Winston Churchill e Clement Attlee, per discutere i dettagli del piano di pace, in quello che passerà alla storia come "Conferenza di Postdam".

I leader occidentali sperano in un'epoca di pace che ponga fine a tutte le guerre, ma Stalin rivelerà presto i suoi piani e nessuno sarà più in grado di conquistare l'Unione Sovietica, perchè terrà per sè ogni centimetro di territorio riconquistato dal suo esercito e dopo 5 lunghi anni di guerra, i paesi occidentali non hanno la forza di affrontarlo.

Territori russi conquistati durante la Seconda Guerra Mondiale

Stalin innalza la "Cortina di Ferro" e 90 milioni di persone che pensavano di essere libere sono ora sotto il giogo della brutale ideologia stalinista: ha inizio la Guerra Fredda.

Il 21 dicembre del 1949 a Mosca, in occasione del 70° compleanno di Stalin, ai 180 milioni di abitanti russi si aggiungono ora i 90 milioni dell'Europa orientale, costretti a vivere sotto il dominio di Stalin, che deteneva un potere assoluto.

 

 GLI ULTIMI ANNI DI VITA DI JOSEPH STALIN


La Guerra Fredda si potrae per circa mezzo secolo, ma Stalin inizia a soffrire di problemi cardiaci e le sue condizioni di salute peggiorano, non essendo più attivo o a controllare le cose come un tempo, perdendo smalto nella vecchiaia, cosa che lui non aveva previsto.

Trascorre sempre più tempo nella sua dacia a curare il giardino, ma è sempre paranoico ed in cerca di nuove minacce, concentrandosi su un nuovo nemico: gli ebrei.

Nel gennaio del 1953 Stalin avvia una nuova "Epurazione", arrestando i medici più in vista del paese, accusandoli di tradimento e cospirazione contro l'autorità sovietica, in quello che viene ricordato come il "Complotto dei Medici".

La maggior parte dei medici è di origine ebrea, vengono catturati e costretti a confessare, con metodi che lo stesso Stalin indicava ai suoi aguzzini: "Picchiateli forte con colpi mortali, devono confessare".

Uno dei medici fù portato agli interrogatori in barella, perchè non poteva più camminare a causa dei colpi inferti dagli uomini di Stalin.

Aveva pianificato la costruzione di 4 grandi campi di concentramento destinati all'epurazione della popolazione ebraica, ma il progetto non vedrà la luce.

 

 MORTE DI JOSEPH STALIN

Feretro di Joseph Stalin

Il 1 marzo del 1953 Stalin è solo nella sua stanza seduto sul sofà, dopo aver bevuto molto si accascia su un fianco, rantolando per almeno un paio di ore, senza che nessuno se ne accorga perchè non osano entrare nella stanza.

Alla fine i suoi fedelissimi trovano il coraggio ed entrano nella stanza, trovandolo riverso nella sua stessa urina ma nessuno osa toccare il corpo del dittatore.

Restano fermi ed immobili a guardare il corpo del loro leader in preda al terrore, finchè non sopraggiunge una donna delle pulizie, che si fa largo dicendo:" Toglietevi di mezzo", per poi guardare il corpo e dire: "Ah è morto!" ed inizia a passare l'aspirapolvere".

Al funerale di Stalin, l'impressione era che, l'uomo forte che aveva tenuto assieme la nazione, era morto lasciando il paese nelle mani di un mucchio di incompetenti, che avrebbero discusso tra loro distruggendone l'unità.

500 persone rimasero uccise, schiacciate dalla folla di seguaci in lutto.

Nonostante 30 milioni di morti e decenni di selvaggia brutalità, la propaganda stalinista aveva instillato nell'opinione pubblica, che Stalin rappresentasse tutto ciò che di buono c'era in Unione Sovietica.

Tutta la stampa ed i media esaltavano e osannavano il nome di Stalin, ogni libro di storia pubblicato, spettacolo teatrale, doveva fare riferimento alla grandezza del leader sovietico, indispensabile come il Sole, dove lo stato era Stalin e Stalin era lo stato, senza di lui l'unione Sovietica sarebbe crollata, trapiantando i valori religiosi con cui era cresciuto nel Socialismo, divendo il Dio di quel Paradiso che aveva costruito nel corso di quasi 30 anni.

Alla fine il sistema da lui creato è proseguito per altri 50 anni ed ancora oggi in Russia, ci sono persone che ricordano quei tempi, sostenendo che al di là degli errori fece arrivare l'Unione Sovietica a traguardi che altrimenti non avrebbe mai potuto raggiungere, con elementi dello stalinismo ancora oggi ben radicati nella cultura sovietica.

  


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