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lunedì 13 febbraio 2023

I MIRACOLI DI SAINT-MEDARD


MIRACOLI DIACONO FRANÇOIS SAINT-MÉDARD


François de Pâris.


I fenomeni ebbero inizio, nel piccolo cimitero annesso alla chiesa di Saint-Médard a Parigi, nel maggio del 1727, con la sepoltura del diacono François de Pâris.


Questi, morto all'età di 36 anni, in odor di santità e seguace del vescovo Cornelius Otto Jansen, era stato autore di molte guarigioni inspiegabili. 


Il vescovo Cornelius Otto Jansen, conosciuto come Giansenio.

Al funerale avevano partecipato in tanti e dopo la cerimonia, il feretro era stato collocato in un loculo dietro l'altare della chiesa.


Un padre accompagnò il figlio storpio sul feretro, che dopo averlo toccato cadde a terra in preda a convulsioni e fu adagiato dai presenti in un angolo.


Il giovane di destò e guardandosi attorno con sorpresa, si alzò in piedi iniziando a ballare e saltare, non trattendo le lacrime di gioia, in quanto gli era appena stato fatto un miracolo.
La notizia di diffuse rapidamente e nel giro di pochi giorni, lebbrosi, storpi, gobbi e ciechi si recarono alla chiesa e qui tutti i presenti assistettero ai miracoli.


Membra ed arti deformi si raddrizzavano da soli, piaghe e ferite si risanavano all'istante, tanto che gli esperti Gesuiti, ai quali i benestanti affidavano la loro anima in quanto colti, affermarono si trattasse di frodi oppure dell'opera del diavolo.


La testimonianza di questi eventi fu scritta e tramandata a noi, da un avvocato di nome Louis Adrien de Paige, il quale assieme al suo amico magistrato, Luois Basile Carré de Montgéron, si erano recati alla chiesa di Saint-Médard, il 7 settembre del 1731. 

 

L'avvocato Louis-Adrien Le Paige.

La prima cosa in cui si era imbattuto il giudice, al suo arrivo al piccolo cimitero accanto alla chiesa, era stato un numero imprecisato di donne che si agitavano a terra, aggrovigliate in strane posizioni.


Queste venivano percosse e flagellate da addetti della chiesa, con verghe di metallo o di legno, mentre altre stavano coricate portando addosso grandi pesi od addirittura venivano pizzicati i capezzoli con un paio di pinze metalliche.


Ma tutte queste torture portarono alla guarigione di malattie e deformità ed in un altro settore del cimitero, invece, i due videro una ragazza dicottenne seduta ad un tavolo.


Quando si avvicinarono notarono che la ragazza stava banchettando con escrementi umani, bevendo urina, poichè la ragazza era guarita dal suo rifiuto del cibo, a dimostrazione del fatto che nulla a tavola le avrebbe fatto più ribrezzo.


Ma notarono anche che la ragazza, dopo aver ingerito gli escrementi e le urine, zampillava dalla bocca quello che sembrava essere latte di mucca.


In un'altra parte del cimitero furono testimoni di un gruppo di donne, che si era offerto volontariamente per ripulire ferite ulcerose con la lingua, chiamate Convulsionarie.


Immagine di una convulsionaria in un momento di isteria collettiva religiosa.

Trattenendosi dal vomitare, Mongéron si avvicinò ad una di esse, la quale stava aspettando che un'altra donna togliesse le bende, mostrando la sua gamba putrefatta al punto da scorgere l'osso.


La ragazza rivolse gli occhi al cielo pregando e poi chinandosi aveva iniziato a leccare la ferita, emettendo dalla bocca una sostanza medicamentosa che avrebbe risanato le ferite.
Il giorno dopo arrivò alla chiesa, una ragazza di sedici anni, Gabrielle Moler, che toltasi il mantello, lo aveva disteso a terra e ci si era coricata sopra.
 


 

La sedicenne Gabrielle Moler mentre viene martoriata senza subire ferite.

Con lei vi erano anche quattro uomini, che le piantarono nello stomaco delle barre di ferro appuntite, ma dal suo corpo non uscì una goccia di sangue e la ragazza rimase distesa a terra, calma e serena.


Gli stessi uomini premettero delle pale metalliche affilate sul petto della donna, la quale sorrise e non riportò alcuna ferita nè alcuna rottura ossea.


Montgéron vide inoltre, Gabrielle mettere la testa dentro il fuoco senza bruciarsi i capelli o le ciglia, mentre lui avvertiva il forte calore, essendole vicino.


Decise in seguito di redarre un volume, in cui erano descritti i miracolosi fatti di Saint-Médard, di cui era stato testimone diretto, regalando una copia al re Luigi XV, il quale indignato fece imprigionare Montgéron.


Nel 1732, l'anno dopo l'imprigionamento, le autorità parigine decisero di chiudere il cimitero ma le donne, avevano scoperto che le loro attività avrebbero continuato in altri luoghi, con le stesse modalità.


Lo scienziato La Condamine, scettico a questi eventi, nel 1759 fu testimone dell'evento di una ragazza, che si era fatta crocifiggere su una croce di legno. 


Charles Marie de La Condamine.

Era stata inchiodata con lunghi chiodi di ferro e trafitto il costato con una punta metallica e rimasta appesa alcune ora alla croce di legno e quando fu fatta scendere, La Condamine la esaminò e nonostante le ferite riportate, la donna era in ottime condizioni.








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