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venerdì 10 febbraio 2023

ARTHUR EVANS

IL MINOTAURO


Il minotauro raffigurato su un Kylix, una coppa di vino in ceramica.


E' uno dei miti greci più famosi, narra di un mostro leggendario, per metà uomo e per metà toro, che si nutre di carne umana.

Il Minotauro è così pericoloso, da essere rinchiuso nei mendri di un dedalo da cui non può scappare, il labirinto.

Ma poi arriva un eroe, Teseo, che si avventura nel cuore della tana ed uccide la bestia.


LA SCOPERTA DELLA CIVILTA' MINOICA



Arthur Evans.

I miti greci sono basati su una realtà storica e concreta e, su questo concetto, l'archeologo inglese Arthur Evans, è determinato a scoprire la verità sul mito del minotauro.

Nasce nel 1851 e cresce nella città industriale di Nash Mill, a 40 km. a nord di Londra e suo padre, John Evans, è il ricco proprietario di una cartiera, a cui per tutta la vita cercherà di eguagliare i suoi successi e la sua fama.

 

L'archeologo John Evans, padre di Arthur Evans.

Alla morte della madre, Arthur si ritira in un mondo immaginario e divora i racconti dell'Antica Grecia, ed il suo eroe preferito è Teseo, l'uccisore del minotauro.

Il minotauro era un mostro, figlio di Minosse, Re di Creta, che aveva sconfitto in battaglia il Re di Atene, che come pegno doveva nutrire la bestia, con la carne di fanciulli e fanciulle ateniesi. 

Il Re Minosse, qui raffigurato nell'Inferno di Dante Alighieri, per giudicare i dannati.

"Il corpo era quello di un uomo, ma la testa era quella di un toro. I denti erano fauci da leone ed essi erano le prede del toro", come riportato in un libro antico greco che Evans lesse.

Il principe Teseo, figlio del Re di Atene, era determinato a porre fine al contratto ed uccidendo il minotauro a conquistare l'amore di suo padre. 

 

Teseo uccide il minotauro in questa scultura del Canova.

Ma Minosse, aveva nascosto la bestia in un labirinto dietro il suo Palazzo e chiunque vi entrasse, non riusciva più ad uscire e nel cuore della tana, Teseo aveva trovato il minotauro ed ucciso la bestia, il minotauro era morto e Teseo aveva rivisto la luce del sole.

"Percorse tortuosi sentieri, districandosi tra rocce, caverne ed archi, sopra a cumuli di macerie ed affondò la spada del Re nella sua gola".

La storia fin qui raccontata, fu quella che lesse il giovane Evans, il quale non immaginava che, questo racconto, gli avrebbe fatto fare una delle più grandi scoperte del XX° secolo.

All'età di 24 anni, stanco di leggere avventure, Evans vuole viverle di persona, lasciando la sua impronta nella Storia.

Quindi parte per i Balcani, che a quei tempi erano dominati dal decadente Impero Ottomano, ma viene arrestato come presunta spia russa.

Viene rilasciato ma poi nuovamente arrestato e deportato per aver istigato la ribellione.
Tornato in Inghilterra, si sforza di trovare un lavoro finchè, nel 1884, alcune amicizie familiari, gli assicurano uno stipendio nella periferia di Oxford.

Diventa curatore di un museo, un posto non avventuroso, ma che gli permette di nutrire la sua passione per la storia antica.

La Regina Vittoria, governa un Impero che si estende in tutto il Mondo, su cui si dice che "Il Sole non tramonti mai", e l'Inghilterra si erge a capitale intellettuale del mondo, grazie anche all'invenzione del telefono, del motore a vapore e della prima lampadina. 

La Regina Vittoria d'Inghilterra.

Proprio in quest'epoca quasi tutti credono che, la grande Grecia, sia la culla della civiltà Occidentale.

Nel 500 a.C. i Greci avevano inventato una cultura evoluta tanto da influenzare ogni civiltà europea, tra edifici, statute, letteratura, scienza, democrazia, teatro, i reati e le pene, ma le convinzioni tradizionali vengono sradicate dall'archeologia moderna.

Evans resta affascinato dalla notizia, secondo cui l'archeologo tedesco Heinrich Schliemann, partito alla ricerca della leggendaria città di Troia, l'abbia trovata sul versante di una collina turca.

 

Heinrich Schliemann.

Omero, scrittore dell'Antica Grecia, aveva reso celebre questo antico popolo, attraverso la storia di Paride di Troia, che era fuggito con Elena, Regina di Sparta, scatenando una sanguinosa guerra tra i Troiani ed i Greci.

Il fatto che il mito possa essere reale, fa notizia sui giornali, ma Schliemann non si ferma qui, anzi si reca nella Fortezza di Micene, nella Grecia continentale, dove crede di aver scoperto la famosa tomba del leggendario Re Agamennone, che aveva capeggiato le armate greche nella guerra di Troia.

Dentro le mura della città vi erano delle tombe preziose ed in una delle quali trovò una maschera d'oro, (vedi immagine sotto), che secondo lui rappresentava il volto di Agamennone.

La Maschera di Agamennone è una maschera funebre in oro trovata a Micene nel 1876 da Heinrich Schliemann.

Evans non è convinto che le scoperte dell'archeologo tedesco, siano sufficienti per riscrivere i libri di storia e, nel 1883, si reca di persona per vedere i famosi tesori.
I tesori, secondo Evans, erano frutto di una maestria straordinaria che, assieme alle meraviglie architettoniche ed artistiche, costituiscono la prova di un'antica civiltà evoluta.

Si accorge che Schliemann aveva scoperto la Micene ricca d'oro e l'aveva trovata ma non aveva cercato gli scritti di questo popolo.
Ciò che definisce la storia è quello che è stato scritto in passato, tutto quello che è avvenuto prima della scrittura è solo folklore e tra le macerie di Troia e Micene devono esserci dei manoscritti.

Proprio questo spingerà Evans a ricercare le origini della cultura europea, per scoprire se i troiani, i micenei ed il Re Agamennone sono davvero esistiti.

Nel 1888 un prete, il reverendo Greville John Chester, dona la sua collezione di pietre antiche, acquistate in Grecia, ad Evans, il quale scopre che alcune di queste potrebbero provenire da Micene e dall'Isola di Creta. 

Il reverendo Greville John Chester.

Piccole pietre semipreziose, ametiste, corniole, usate per firmare merci o documenti, stampando il loro marchio sull'argilla o sulla cera, come firma.  

Le pietre donate dal reverendo Greville John Chester a Arthur Evans.

Ma scopre anche incisioni di immagini e simboli che non aveva mai visto prima, ipotizzando una forma di scrittura pià antica di quella Greca, in particolare una pietra prismatica che recava su ogni faccia un incisione diversa.

Ma per completare la sua ricerca aveva bisogno di trovare altre pietre e la svolta si ebbe quando, durante un viaggio a Roma incontra l'archeologo Federico Halbherr, un esperto dell'Isola di Creta, che racconta come i contadini cretesi dissotterravano costantemente pietre antiche, che venivano indossate dagli abitanti come collane. 

 

L'archeologo Federico Halbherr.

Dice anche il sito dove poterle trovare, ovvero Cnosso, che nasconde il Palazzo di Minosse, che aveva costruito un labirinto per imprigionare il minotauro ed Evans ne rimane affascinato, tanto da immaginare che l'origine dell'antica scrittura europea sia collegata al mito del minotauro e che la soluzione di entrambi i misteri giaccia a Cnosso.

Successivamente di reca ad Atene, dove in un mercatino vicino l'acropoli, trova delle pietre uguali a quelle del museo, che secondo i commercianti provengono da Creta.

Analizzandole si accorge che sono incisi pittogrammi di persone ed animali, ma anche di simboli simili ai geroglifici egiziani ma unici nel loro genere. 

Pittogrammi disegnati da Arthur Evans trovati sulle pietre preziose.

Dopo 6 anni, trascorsi a studiare le pietre, Evans scala la collina di Cnosso alla ricerca del Palazzo del Re.   

Pittogrammi di minotauro trovati sulle pietre preziose disegnati da Arthur Evans.

Al centro di un campo di ulivi, saltò giù in un fossato profondo, dove tra la vegetazione trovò delle pareti.

Riconosce i simboli incisi sulla parete di pietra, identifici a quelli che stava analizzando, e si rende conto di essere sulla strada giusta nella scoperta della prima forma di scrittura europea.

Poi scopre il simbolo dell'"Ascia Bipenne", chiamata anche "Lábrys", un'antica arma ma anche il simbolo sacro della prima incarnazione del Dio Greco, Zeus. 

Simbolo dell'ascia bipenne trovata da Arthur Evans sul muro del Palazzo di Cnosso.

La leggenda narra di un'alleanza tra Minosse e Zeus, ed Evans si convince che l'incisione sia la prova della corrispondenza dell'edificio con l'antico palazzo di Minosse e che il termine Lábrys, sia l'equivalente greco del termine labirinto.

Convinto delle sue idee, contatta un'agente del posto per acquistare il sito archeologico e torna ad Oxford per rilasciare una dichiarazione.

Durante i viaggi a Creta, acquista un quantità considerevole di pietre, ed analizzando altri simboli scopre più di 80 caratteri diversi e sospetta di aver trovato 2 varianti di un'antica scrittura.

Identificando pittogrammi sulle pietre, immagini di animali ed oggetti, simboli astratti scolpiti su una linea, si convince siano un abbozzo di alfabeto.

In attesa di notizie sul suo affare a Creta, mentre in quel momento si respira aria di guerra per l'indipendenza dell'Isola dall'Impero Ottomano, il 6 maggio 1896 paga 235 sterline per un quarto di Cnosso, anche se per due anni abbandona il sito per la guerra in corso.

Nel settembre del 1898 la guerra giunge al termine, ed Evans si reca sull'Isola, ma per finanziare gli scavi e comprare il resto del sito, ha bisogno di 5.000 sterline.

Chiede l'aiuto del padre, il quale lo finanzia e nel 1900 a Creta, diventa l'unico proprietario dell'intero sito sull'Isola.

Per poter mettere su il cantiere e dirigere i vari scavi ed operai, doveva conoscere la lingua del posto, cosa che lui non sapeva, quindi mandò un telegramma a Duncan Mackenzie, il quale accettò l'incarico. 

Sir Arthur Evans con Theodore Fyfe e Duncan Mackenzie.

Mackenzie assume degli scavatori con i quali parte per Cnosso, qui alle 11 del mattino costruiscono un enorme quartier generale in tenda ed innalzato la bandiera Inglese.

A mezzogiorno il gruppo iniziò gli scavi, partendo dalle mure di cinta dell'edificio, scoperte 10 anni prima.

Durante la seconda settimana, mentre Evans scava in un terreno vergine, scopre una tinozza di argilla piena di tavole scolpite, sulle quali sono incise delle scritture, un testo simile a quello presente sulle pietre ma molto più sviluppato, che chiamò "Lineare B", (leggi qui il mio articolo in proposito). 

 

Il Lineare B scoperto da Arthur Evans.

Lo stesso giorno scoprì una giara di ceramica, che Schliemann aveva trovato in grandi quantità a Micene, e questo collegava inequivocabilmente la cultura che stava dissotterrando a Cnosso con quella trovata da Schliemann a Micene.

La giara apparteneva allo stesso stile dei manufatti micenei trovati sulla terra ferma e risale al 1.400 a.C., mentre il Lineare B risale ad almeno 900 anni prima della scrittura dell'Antica Grecia.

Per Evans questa è la prova del fatto che sono stati i Micenei di Creta ad inventare la Cultura Europea e non i più recenti ed antichi greci.

A seguito di ciò mandò un telegramma a suo padre, che rispose mandando una grossa somma di denaro per cercarealtre tavole, ed un altro al Times, che il giorno dopo pubblicò la sua scoperta sul giornale.

Nel sottosuolo vengono scoperte altre tavole, ma la forma di scrittura su di esse è diversa da quella del Lineare B, che sembra più antica e semplice e la chiama "Lineare A", (leggi qui il mio articolo in proposito). 

Il Lineare A scoperto da Arthur Evans.

Evans si convince di aver scoperto 3 fasi di scrittura, sviluppate dalla società più antica d'Europa ed è determinato anche a scoprire le origini del mito del minotauro.



ARTHUR EVANS ALLA RICERCA DEL LABIRINTO DEL MINOTAURO 

Labirinto di Cnosso del Minotauro.

A tre settimane di distanza, mentre gli operai stanno scavando in una stanza piena di macerie, scoprono il frammento di un affresco, "Lo zoccolo di un Toro".

Nella stessa stanza, Evans scopre, incassata nella parete di fronte, un'imponente sedia di pietra, secondo lui il Trono di Minosse. 

Il Trono di Minosse scoperto da Arthur Evans nel Palazzo di Cnosso.

Continuando a scavare, tra i detriti emergono scalinate, camere sotterranee e lunghi passaggi, immaginando di aver trovato il famoso labirinto.

Volendo trovare altre prove sul minotauro, 55 giorni dall'inizio degli scavi, gli operai scavando trovano "La testa dell'affresco del Toro", rappresentato mentre muggiva con la lingua a penzoloni. 

Affresco della taurocatapsia ritrovato durante gli scavi effettuati da Arthur Evans.


Un furioso toro a grandezza naturale con le narici allargate, in posizione d'attacco.

Evans impiega 31 anni per portare alla luce il colossale edificio di Cnosso, con un'estensione di 22.000 mq, le sue dimensioni equivalgono a 3 campi da calcio. 

Foto aerea del sito archeologico di Cnosso.

Cnosso ha un vasto cortile centrale, un'imponente scalinata ed una delle più antiche e meglio conservate strade d'Europa.
Era dotata di un complesso sistema di acquedotti, fognatura ed il pimo sistema di scarico del Mondo, un popolo altamente evoluto.

Alla ricerca del popolo miceneo si imbatte in una civiltà più antica chiamata minoica, che ha prosperato dal XXVII secolo a.C., e la scrittura di Creta, secondo Evans, deve essere di quest'ultimi.

Nel 1911 viene insignito Cavaliere per i servizi forniti all'Archeologia, e da quel giorno prenderà il nome di Sir Arthur Evans.

Perfeziona le sue teorie ammettendo che fosse più probabile che i minoici, venerassero il toro come divinità della loro religione e che, forse, i giovani fanciulli e fanciulle salpavano da Atene per fare il "Salto del Toro", come rito di passaggio e non per essere sacrificati al minotauro. 

Rito del Salto del Toro, celebrazione ancora oggi presente nella cultura Etiopica.

Evans ha scoperto una civiltà nuova, incentrandola sui miti greci riguardanti il toro, il labirinto ecc..., ma archeologici moderni hanno confutato le sue teorie, secondo cui il Palazzo era in realtà un Tempio, gestito da sacerdotesse per venerare Dei e Dee, che assicuravano raccolti abbondanti.

Evans creò così una versione dei fatti del passato tutta sua, influenzato dalle sue letture dei miti greci, perdendo la sua oggettività scientifica, ma a lui bisogna riconoscere le scoperte delle pietre e delle tavole Lineare A e Lineare B.

Dopo la sua morte, avvenuta nel 1941, viene decifrato il Lineare B, un sistema di scrittura con 187 caratteri, che documentano il diritto di proprietà degli abitanti del posto e le loro offerte al tempio di Cnosso.

Evans era convinto che appartenesse ai grandi minoici, ma in realtà era miceneo e si tratta della forma di linguaggio greca, più antica dell'alfabeto greco di almeno 400 anni.

I minoici di Creta sono morti intorno al 1.450 a.C., poi sono arrivati i micenei continentali, che hanno scoperto la scrittura minoica.
Ad oggi rimangono misteriosi il Lineare A ed i geroglifici trovati da Evans.








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