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lunedì 2 marzo 2020

VANGELO GRECO DEGLI EGIZIANI


VANGELO GRECO DEGLI EGIZIANI







Il Vangelo greco degli Egiziani è un vangelo gnostico in lingua greca, composto tra la metà del I secolo e la metà del II secolo, più probabilmente nel tardo I secolo o agli inizi del II.


Andato perduto, se ne sono conservate solo indirette citazioni di alcuni Padri della Chiesa (Clemente Alessandrino, Ippolito di Roma ed Epifanio di Costantinopoli).


Diffuso in Egitto nel II e III secolo, fu utilizzato dagli Encratiti per sostenere le loro posizioni su temi quali il rifiuto del matrimonio; il vangelo è infatti caratterizzato da un notevole ascetismo sessuale e dalla necessità di rimuovere le differenze sessuali (caratteristica che condivide con alcuni logia del Vangelo di Tommaso, come il 37 e il 114).


Non va confuso con un altro Vangelo degli Egiziani di matrice gnostica, il Vangelo copto degli Egiziani.




CONTENUTO E TESTO DEL VANGELO GRECO DEGLI EGIZIANI





[1] Alla domanda di Salome:

"Fino a quando avrà potere la morte?", il Signore rispose: "Fino a quando voi donne partorirete!".

E questo non perché la vita sia qualcosa di cattivo e la creazione perversa, bensì perché la corruzione segue il normale corso della natura (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 6). 

[2] Anche coloro che sono contrari alla creazione di Dio a causa della malfamata astinenza citano le parole rivolte a Salome, da noi sopra riferite. A quanto credo, si trovano nel vangelo degli Egiziani. Essi dicono, infatti: "Lo stesso Salvatore disse:

"Io sono venuto per distruggere le opere femminee""; opere femminee, cio- della concupiscenza; queste opere sono la generazione e la corruzione (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 9).

[3] Quando il discorso verteva sull'ultimo compimento, bene disse Salome:

"Fino a quando moriranno gli uomini?".

Ora la Scrittura parla degli uomini in due sensi: ciò che appare, e l'anima; ciò che - in uno stato di salvezza e ciò che non lo -; la morte dell'anima - detta peccato. Saggia, dunque, fu la risposta del Salvatore:

"Fino a quando le donne partoriranno", cio- fino a quando le passioni saranno forti (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 9).

[4] E perché costoro - che seguono tutto quanto non corrisponde alla verità delle norme dei vangeli - non proseguono ora la citazione delle parole date in risposta a Salome? Giacché allorché lei disse:

"Dunque ho fatto bene a non partorire!", quasi che il partorire fosse una cosa di cui non vale la pena occuparsi, il Salvatore rispose:

"Mangia di ogni pianta, ma non mangiare di quelle che hanno amarezza" (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 9). 

[5] Quando Salome interrogò sul tempo in cui le cose da lei domandate sarebbero state rese note, il Signore rispose:

"Quando calpesterete l'abito della vergogna, quando i due saranno uno e il maschio con la femmina non sarà né maschile né femminile".

Ma, in primo luogo, questa frase non l'abbiamo nei quattro vangeli che ci sono stati tramandati, bensì si trova nel vangelo degli Egiziani. In secondo luogo, mi sembra di capire che nell'impulso maschile si abbia da intendere l'ira e in quello femminile la passione (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 13). 

[6] Ogni momento attendiamo, nell'amore e nella giustizia, il regno di Dio, giacché non sappiamo quando sarà il giorno della sua apparizione. Una volta che lo interrogarono quando sarebbe giunto il suo regno, lo stesso Signore rispose:

"Quando i due saranno uno, e l'esterno come l'interno, e il maschio e la femmina non sarà né maschile né femminile" (2 Clem., 12, 1-2). 

[7] Vanno (i naasseni) alla ricerca di che cos'- l'anima, donde viene, quale sia la natura... Ma la loro ricerca non - fatta nella Scrittura, ma in dottrine esoteriche. Asseriscono che - difficile trovare e percepire, in quanto non ha sempre le stesse qualità, lo stesso aspetto o la stessa natura, di modo che non si può né descrivere né comprendere nella sua essenza. Questi molteplici mutamenti (dell'anima) essi li trovano tratteggiati nel vangelo che - detto secondo gli Egiziani (IPPOLITO ROM., Philos., 5, 7). 

[8] Attingono (i sabelliani) tutto il loro errore e la forza del loro errore dagli apocrifi e specialmente dal cosiddetto vangelo degli Egiziani, come alcuni lo chiamano. Poiché in esso sono attribuite al Salvatore molte di tali cose misteriose e in modo esoterico: quasi che abbia rivelato ai suoi discepoli che egli - la stessa persona del Padre, del Figlio e dello Spirito (EPIFANIO, Haeres., 62, 2).













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