VANGELO GRECO DEGLI EGIZIANI
Il Vangelo greco degli Egiziani è un vangelo gnostico in lingua greca, composto tra la metà del I secolo e la metà del II secolo, più probabilmente nel tardo I secolo o agli inizi del II.
Andato perduto, se ne sono conservate solo indirette citazioni di alcuni Padri della Chiesa (Clemente Alessandrino, Ippolito di Roma ed Epifanio di Costantinopoli).
Diffuso in Egitto nel II e III secolo, fu utilizzato dagli Encratiti per sostenere le loro posizioni su temi quali il rifiuto del matrimonio; il vangelo è infatti caratterizzato da un notevole ascetismo sessuale e dalla necessità di rimuovere le differenze sessuali (caratteristica che condivide con alcuni logia del Vangelo di Tommaso, come il 37 e il 114).
Non va confuso con un altro Vangelo degli Egiziani di matrice gnostica, il Vangelo copto degli Egiziani.
CONTENUTO E TESTO DEL VANGELO GRECO DEGLI EGIZIANI

[1] Alla domanda di Salome:
"Fino a quando avrà potere la morte?", il Signore
rispose: "Fino a quando voi donne partorirete!".
E questo non perché la vita sia qualcosa di cattivo e la creazione
perversa, bensì perché la corruzione segue il normale corso della natura
(CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 6).
[2] Anche coloro che sono contrari alla
creazione di Dio a causa della malfamata astinenza citano le parole rivolte a
Salome, da noi sopra riferite. A quanto credo, si trovano nel vangelo degli
Egiziani. Essi dicono, infatti: "Lo stesso Salvatore disse:
"Io sono venuto per distruggere le opere
femminee""; opere femminee, cio- della concupiscenza; queste opere
sono la generazione e la corruzione (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 9).
[3] Quando il discorso verteva sull'ultimo
compimento, bene disse Salome:
"Fino a quando moriranno gli uomini?".
Ora la Scrittura parla degli uomini in due sensi: ciò che appare,
e l'anima; ciò che - in uno stato di salvezza e ciò che non lo -; la morte
dell'anima - detta peccato. Saggia, dunque, fu la risposta del Salvatore:
"Fino a quando le donne partoriranno", cio- fino a
quando le passioni saranno forti (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 9).
[4] E perché costoro - che seguono tutto quanto
non corrisponde alla verità delle norme dei vangeli - non proseguono ora la
citazione delle parole date in risposta a Salome? Giacché allorché lei disse:
"Dunque ho fatto bene a non partorire!", quasi che il
partorire fosse una cosa di cui non vale la pena occuparsi, il Salvatore
rispose:
"Mangia di ogni pianta, ma non mangiare di quelle che hanno
amarezza" (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 9).
[5] Quando Salome interrogò sul tempo in cui le
cose da lei domandate sarebbero state rese note, il Signore rispose:
"Quando calpesterete l'abito della vergogna, quando i due
saranno uno e il maschio con la femmina non sarà né maschile né
femminile".
Ma, in primo luogo, questa frase non l'abbiamo nei quattro vangeli
che ci sono stati tramandati, bensì si trova nel vangelo degli Egiziani. In
secondo luogo, mi sembra di capire che nell'impulso maschile si abbia da
intendere l'ira e in quello femminile la passione (CLEMENTE ALESS., Strom., 3,
13).
[6] Ogni momento attendiamo, nell'amore e nella giustizia,
il regno di Dio, giacché non sappiamo quando sarà il giorno della sua
apparizione. Una volta che lo interrogarono quando sarebbe giunto il suo regno,
lo stesso Signore rispose:
"Quando i due saranno uno, e l'esterno come l'interno, e il
maschio e la femmina non sarà né maschile né femminile" (2 Clem., 12,
1-2).
[7] Vanno (i naasseni) alla ricerca di che cos'-
l'anima, donde viene, quale sia la natura... Ma la loro ricerca non - fatta
nella Scrittura, ma in dottrine esoteriche. Asseriscono che - difficile trovare
e percepire, in quanto non ha sempre le stesse qualità, lo stesso aspetto o la
stessa natura, di modo che non si può né descrivere né comprendere nella sua
essenza. Questi molteplici mutamenti (dell'anima) essi li trovano tratteggiati
nel vangelo che - detto secondo gli Egiziani (IPPOLITO ROM., Philos., 5, 7).
[8] Attingono (i sabelliani) tutto il loro
errore e la forza del loro errore dagli apocrifi e specialmente dal cosiddetto vangelo
degli Egiziani, come alcuni lo chiamano. Poiché in esso sono attribuite al
Salvatore molte di tali cose misteriose e in modo esoterico: quasi che abbia
rivelato ai suoi discepoli che egli - la stessa persona del Padre, del Figlio e
dello Spirito (EPIFANIO, Haeres., 62, 2).
Nessun commento:
Posta un commento