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mercoledì 7 dicembre 2022

PAUL OGORZOW



L'ASSASSINO DELLA S-BAHN - S-BAHN-MÖRDER


Paul Ogorzow.

Paul Ogorzow - I misteri del serial killer della seconda Guerra Mondiale

Durante la Seconda Guerra Mondiale a Berlino, un serial killer uccide alcune donne nei pressi della rete ferroviaria cittadina.


Un uomo spietato e psicopatico, che non provava nulla nei confronti delle sue vittime, ma nonostante i tentativi della polizia di catturarlo, l'alto stato nazista vuole mantenere il massimo riserbo sulle indagini.


Le autorità non volevano spaventare la popolazione o di far capire di non avere il controllo della situazione ed hanno imposto molti limiti a ciò che poteva essere pubblico.

OSCURAMENTO DI BERLINO


Manifesto nazista che ordina l'oscuramento notturno di Berlino per non essere bersaglio degli aerei nemici

 

Durante il conflitto i bombardamenti degli Alleati, spingono i Nazisti ad oscurare tutte le città più importanti del Reich.

L'ordine di oscuramento in Germania, è stato emesso il primo giorno dell'inizio della guerra, il 1 settembre del 1939.

Ogni luce visibile da cinquecento metri d'altezza, doveva essere coperta e resa invisibile, significava che bisognava sigillare le finestre, utilizzando delle tende oscuranti per tutta la notte, mentre le luci in strada erano coperte o spente. 

Avviso nazista alla popolazione recante Attenzione agli Aerei.

Così come a Londra, l'oscuramento a Berlino era totale e questo creò un ambiente favorevole al crimine.

Erano aumentati i furti, la prostituzione, gli incidenti d'auto e la gente cadeva sui binari o di fronte ai tram.

Infatti, la mattina venivano trovati cadaveri e si stima morisse una persona ogni notte a causa dell'oscuramento.

I Capi Fabbricato, svolgevano il ruolo di controllare l'osservanza delle disposizioni sull'oscuramento, ed i reati consumati durante questa fase venivano puniti con la morte.

Ad esempio, un ragazzo di tredici anni, durante l'oscuramento fu sorpreso a rubare e condannato a morte dal regime nazista.

Se avesse compiuto lo stesso reato di giorno, avrebbe rischiato soltanto il carcere o magari sarebbe stato lasciato libero.


UCCISIONE DI ELFRIEDE FRANKE

Il corpo di Elfriede Franke rinvenuto lungo i binari della S-Bahn.

 

Nel frattempo, le donne che viaggiano sulla rete ferroviaria di notte, la S-Bahn, avevano un'ulteriore minaccia, quella di un serial killer a piede libero.


La costruzione della S-Bahn di Berlino, ha inizio nel 1934 e termina nel 1939, vitale per gli sforzi bellici della Germania, poichè consente ai lavoratori di raggiungere le fabbriche.

Con il progredire della guerra e sempre più uomini che partono per il fronte, spetta alle donne della città continuare a lavorare nelle fabbriche e continuare la produzione di armi e mezzi bellici.

A dicembre del 1940, un medico legale fu chiamato ad analizzare un corpo, ritrovato lunga la linea della S-Bahn.


Identificata come Elfriede Franke, la donna sembrava essere caduta accidentalmente dal treno in corsa.


Fu richiesto un esame più approfondito, dal quale emerse una frattura sul cranio, incompatibile con la caduta accidentale, poichè provocata da un oggetto contundente, deducendo quindi l'omicidio.


Esame del cranio di Elfriede Franke.


Elfriede Franke, un'infermiera di ventisei anni, sta tornando a casa dal lavoro ed è l'unica passeggera del treno, sul vagone di seconda classe.

Ad una stazione successiva, sale un uomo vestito da ferroviere, il quale nel buio totale, le si avvicina per chiederle il biglietto.


UCCISIONE DI IRMGARD FRESE

Un paio di sere dopo, il medico legale riceve un altro corpo all'obitorio di Berlino, la diciannovenne Irmgard Frese, con le stesse fratture craniche riscontrate su Franke, causate dallo stesso oggetto.


Anche lei fu uccisa da un uomo vestito da ferroviere, lungo i binari della ferrovia, utilizzando un corpo contundente metallico.


La differenza stava che, un corpo fu ritrovato scaraventato dal treno, l'altro vicino ai binari, ma entrambi lungo la S-Bahn, a poche centinaia di metri l'uno dall'altro.


LE INDAGINI DELLA KRIPO SUGLI OMICIDI DELLA S-BAHN

 

Logo della Kripo.

Il Partito Nazista, preoccupato da questi crimini, incarica le forze di polizia criminale, la Kripo ovvero Kriminalpolizei.


Il caso fu seguito dal commissario Wilhelm Lüdtke, una persona molto obiettiva per seguire le indagini, in quanto  non era un sostenitore dei Nazisti e si era unito al partito, solo nell'ultimo periodo, forse per convenienza.


Lüdtke e la sua squadra chiedono alla popolazione di farsi avanti, in qualità di testimoni e consigliare alle donne, che viaggiano da sole di notte sui treni, di rimanere vigili.


Ma il Ministro della Propaganda Nazista, Joseph Goebbels, aveva chiesto il silenzio stampa sulla vicenda, e controllando i giornali, non era stata pubblicata alcuna notizia in merito, lasciando la popolazione ignara dell'accaduto.

 

Joseph Goebbels Ministro della Propaganda Nazista.

Lüdtke bloccato dall'ordine del Ministro, decise quindi di studiare i casi simili, per vedere se il serial killer avesse colpito in precedenza.


Emersero sei casi di omicidio, tutti compiuti lungo la S-Bahn, nella zona nota come Garden Area di Berlino e collegabili al serial killer.


All'inizio le aggressioni si limitavano a puntare un torcia elettrica in faccia alle vittime, facendole scappare per poi arrivare a vere aggressioni fisiche e sessuali, per culminare nello stupro e nell'omicidio.


Il serial killer aveva usato per gli omicidi, un pezzo di tubo di piombo di circa 45 centimetri, che nascondeva nella manica per poi farlo scivolare nella mano, colpendo le vittime alla testa con grande forza.

 

Pezzo di tubo di piombo utilizzato da Paul Ogorzow per colpire le sue vittime.

Durante le indagini sul primo caso, archiviato come tentato omicidio, fu trovata l'arma del delitto, un tubo di piombo con diversi cavi colorati all'interno.

Il cavo telefonico rivestito di piombo di cinque centimetri di spessore, si trovava facilmente in qualsiasi sito di costruzioni industriali di Berlino.

La Kripo decide di setacciare le fabbriche di tubi e cavi del paese, per scoprire il produttore.

Scoprono così, che il tubo utilizzato per le aggressioni, era destinato ad essere utilizzato per la costruzione della S-Bahn, spingendo a condurre le indagini anche tra i dipendenti della ferrovia.

Appurato che il serial killer fosse un dipendente della ferrovia, l'alto comando nazista rifiuta questa ipotesi, incolpando gli ebrei degli efferati omicidi, anche se questi non erano ammessi sulla S-Bahn.

Anche se Goebbels cerca di mantenere il segreto sulle uccisioni, tra la gente inizia a diffondersi la voce di un serial killer a piede libero.

I berlinesi ne erano al corrente e le numerose proteste, che erano scaturite a causa delle lente indagini della polizia, avevano costretto molte donne a rinunciare a viaggiare di notte sui treni, per andare a lavoro.

Questo poteva avere un impatto negativo sulla produzione industriale bellica e Lüdtke sa che questo può avere conseguenze anche su di lui.

Le indagini portarono all'interrogatorio di tremila impiegati della S-Bahn e l'utilizzo di agenti in borghese sui treni per attirare l'assassino ed alcuni agenti della Kripo fanno da esca.

Una notte in treno, un agente travestito da donna, nota una figura che cammina nell'oscurità del vagone che gli si avvicina.

Ma il serial killer nota qualcosa di insolito, in quella potenziale vittima, ed alla prima fermata del treno salta giù, dileguandosi nel buio, inseguito dall'agente ed i suoi colleghi.

Essendo stati vicini dalla cattura del criminale, gli agenti della Kripo utilizzarono lo stesso metodo, ma con qualche accorgimento.

Una coppia di agenti travestiti da donna, sarebbero saliti sul treno per viaggiare di notte, cercando di farsi avvicinare dall'uomo e catturarlo.

UCCISIONE DI ELISABETH BUNGENER E FRIEDA KOZIOL


Il corpo di  Elisabeth Bungener trovato sui binari della S-Bahn.

Ma nonostante questo, alcuni impiegati della S-Bahn, trovarono lungo i binari il corpo della trentenne, Elisabeth Bungener e, nei tre mesi successivi, altre tre donne saranno aggredite ed uccise, lungo la linea ferroviaria.


Cinque mesi dopo, il serial killer uccise la trentacinquenne, Frieda Koziol, e nelle indagini sulla scena del crimine, era stata scoperta l'impronta di una scarpa.

 

Il cadavere di Frieda Koziol.

Un disegnatore di identikit, aveva realizzato lo schizzo delle scene del crimine, di ogni efferato omicidio del serial killer.


Nei disegni si vede la posizione del corpo e tutte le prove trovate sul posto, assieme all'area circostante e le impronte sul terreno.


L'impronta ed i disegni, diedero una svolta alle indagini, portando Lüdtke ad ordinare ai suoi uomini, di rintracciare l'uomo che si trovava accanto alla vittima.


I berlinesi, a causa del razionamento, avevano a disposizione dei buoni per acquistare le scarpe, così la polizia poteva risalire al proprietario di quelle scarpe.


Gli investigatori riescono a collegare le scarpe ad un falegname, che viveva a meno di trecento metri dalla scena del crimine, che aveva avuto precedenti per reati sessuali.


L'uomo viene interrogato e la Kripo è convinta di aver trovato l'assassino, in attesa della sua confessione.


Ma nel corso dell'interrogatorio, l'uomo fornisce alibi di ferro per gli omicidi, spiegando che la sua impronta era sulla scena del crimine, poichè era solo un guardone, che andava in giro di notte allo scopo di vedere donne nude o coppie in azione.


Quando aveva trovato il corpo a terra, aveva pensato che fosse una donna addormentata, ma quando aveva scoperto le ferite alla testa, era scappato per poi essere catturato dalla polizia.

LA CATTURA DI PAUL OGORZOW

Non avendo più un colpevole, Lüdtke decise di controllare tutti i turni di servizio degli impiegati della S-Bahn.


A quel punto furono nuovamente interrogati gli otto sospettati e nel farlo emerse un nome: Paul Ogorzow, un ferroviere della S-Bahn, noto ai colleghi per la sua misoginia.


Parlava delle donne con grande disprezzo, considerandole un oggetto o qualcosa da usare, una caratteristica che ricorre spesso negli psicopatici e maniaci sessuali.


Paul Ogorzow, fu uno dei primi ad essere interrogato dalla polizia, tra l'estate e l'autunno del 1940, ancora prima di commettere il suo primo omicidio, ma essendo tesserato al partito nazista, fu ritenuto un cittadino modello dalle autorità.


Stavolta, durante il suo nuovo interrogatorio, non riuscì a spiegare dove si trovasse in due degli omicidi.


Il ventottenne Georg Heuser, un brillante investigatore, era diventanto l'assistente di Lüdtke, il quale lasciò a lui le redini dell'interrogatorio a Ogorzow.

 

Georg Heuser

Heuser, aveva la stessa età del sospettato ed erano nati a pochi mesi di distanza uno dall'altro, nonchè entrambi tesserati del Partito Nazista, come se due coetani si fossero seduti a chiacchierare e l'investigatore dovesse cercare di ammorbidirlo.


Quando Ogorzow iniziò a sentirsi a suo agio, Lüdtke prese in mano le redini della situazione ed il criminale accampò delle scuse, per motivare la sua presenza nei luoghi dove erano avvenuti i crimini e giustificare le prove in possesso della Kripo.


Dall'analisi forense della sua uniforme, furono trovate delle tracce di sangue, che inizialmente Ogorzow spiegò come dovute ad un rapporto sessuale, avuto con la moglie durante il ciclo mestruale.


La polizia verificò la cosa interrogando la moglie, la quale inizialmente confermò quanto detto dal marito, salvo poi smentire e rivelare di non trovarsi con il marito ed affermare che il sangue non era il suo.

 

Mappa dei delitti di Paul Ogorzow

Le analisi successive mostrarono che, il sangue sull'uniforme era schizzato su di essa, cosa che non si poteva spiegare con un rapporto sessuale, ma piuttosto con una ferita violentemente inferta su una delle vittime.


I detective, non potendo mettere a confronto i campioni ematici, in quanto ancora non esisteva la prova del DNA, decidono di portarlo sulla scena del primo crimine, tra le baracche di Friedrichsfelde, per provocare in lui qualche reazione utili all'indagine.


Ogorzow si fermava nei luoghi dove si sapeva fossero avvenuti i crimini, dicendo "Qui ho puntato la torcia negli occhi di una donna per vedere la sua reazione" oppure "Dicevo loro cose sporche", iniziando così a rivelare alcune cose.


Gertrud Siewert, una delle prime vittime di Ogorzow, era miracolosamente sopravvissuta all'aggressione, e Lüdtke quel giorno le chiese di aspettarlo alla Garden Area, per identificare l'uomo che l'aveva aggredita ed aveva tentato di ucciderla.


Portato in caserma e di nuovo interrogato, Lüdtke mostra all'assassino i quattro crani delle vittime, dicendogli: "Queste sono le donne che hai ucciso".


A quel punto, la realtà di ciò che aveva fatto prevalse, facendolo crollare ed iniziando a confessare i suoi crimini.


Ammise otto omicidi, sei tentati omicidi e trentuno aggressioni, ammettendo anche dei crimini, di cui la polizia era all'oscuro fino a quel momento.


Al processo si accusò di tutti gli omicidi e condannato a morte il 26 luglio del 1941, mediante decapitazione presso il carcere di Plötzensee, a Berlino e le sue vittime riconosciute furono:


  1.     Gerda Ditter

  2.     Irmgard Frese

  3.     Elfriede Franke

  4.     Elisabeth Bungener

  5.     Gertrud Siewert

  6.     Hedwig Ebauer

  7.     Johanna Voigt

  8.     Frieda Koziol

       





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